domenica 8 gennaio 2012

Teoria di Hubbert su picco produzione petrolio

La teoria di Hubbert sostiene che la produzione di una risorsa esauribile segue una curva a campana. Cioe' la produzione tende a crescere, pur con un andamento che dipende da molte variabili, tocca un "picco di produzione" e da quel momento inizia a diminuire.
Questa teoria nasce dall' osservazione di casi storici: il primo caso osservato forse e' stata la produzione di olio di balena negli Stati Uniti nel secolo XIX, ma il caso piu' citato e' la produzione di petrolio negli Stati Uniti che e' cresciuta fino al 1970, ha raggiunto il suo picco in quell' anno, per poi decrescere continuamente.

Hubbert aveva previsto esattamente il picco petrolifero degli Stati Uniti nel 1970, anche se oggi possiamo dire che le previsioni possono evere attendibilita' nelle tendenze di fondo mentre i tempi esatti della evoluzione della produzione non possono essere individuati prima con certezza e dipendono anche da scelte umane che, nel complesso cammino verso il momento del picco, possono essere diverse.
Questo cammino a campana della produzione di risorse e' frutto di un insieme complesso di cause,le due principali sono la limitatezza delle risorse e le logiche economiche.

Possiamo individuare varie fasi del ciclo di Hubbert che spiegano bene i meccanismi che provocano questo andamento.

Prima fase:
Espansione rapida.
La risorsa e' abbondandante e sono necessari investimenti limitati per estrarla. La crescita della produzione e' esponenziale.

Seconda fase:
Inizio dell' esaurimento.
Le risorse piu' facili, quindi meno costose, sono estratte per prime. Quindi, iniziando queste a diminuire, e' necessario estrarre risorse piu' difficili e fare investimenti maggiori.

Terza fase:
Il picco e il declino.
Si arriva al punto che gli investimenti necessari non sono piu' sostenibili. La produzione raggiunge un massimo (il picco di Hubbert) e inizia a declinare.

Quarta fase:
Il declino finale.
Si fanno sempre meno investimenti. la produzione continua ma diminuisce fino a cessare.

Parlando della produzione di petrolio e' necessario precisare che esistono diversi tipi di risorse fossili dalle quali si possono estrarre combustibili fossili.
In primo luogo esiste il petrolio cosiddetto "convenzionale", ovverro quello che si estrae in forma di liquido poco viscoso dai pozzi. Abbiamo poi il petrolio cosiddetto "non convenzionale" che include diversi tipi come il greggio da "acque profonde" e "l' olio pesante".Ci sono inoltre i gas condensati e il petrolio che si puo' estrarre dalle sabbie bituminose. Il combustibile liquido puo' essere ottenuto anche dal gas naturale o dal carbone mediante vari tipi di trattamento. Il petrolio convenzionale, per ora, rappresenta la frazione piu' abbondante della produzione.

NB: questa pagina e' stata scritta facendo una sintesi e sicuramente peggiorando la presentazione del picco di Hubbert del prof. Ugo Bardi sul sito dell'Aspo Italia.

In quale anno arrivera’ il picco della produzione petrolifera ?

In realta’ lo sapremo solo quando questo sara’ stato superato. L’ Agency International Energy (acronimo AIE o IEA), che ha come membri 28 paesi ad economia avanzata, nel suo rapporto 2010 sulla situazione energetica ha scritto che la produzione del greggio (dove per greggio si intende il petrolio convenzionale, vedere la definizione nel paragrafo precedente) non superera’ piu’ la quota raggiunta nel 2006 (70 mb/g, milioni di barili il giorno) e rimarra’ costante a 68-69 mb/g fino al 2025 per poi declinare inesorabilmente. Gli incrementi di produzione petrolifera saranno dovuti esclusivamente alla produzione di frazioni liquide di gas naturale (NGL) e di petrolio non convenzionale (piu’ costoso, inquinante e di peggiore qualita’).

Presa alla lettera l’ affermazione e’ gravissima, se il processo si avverasse con questi tempi, avrebbe conseguenze pasanti sulle economie di tutti i paesi. La fondatezza della previsione potremmo verificarla solo nel futuro, per il momento andrebbero prese pero’ delle precauzioni ma questo e’ ancora lontano dai pensieri delle elite mondiali economiche, intellettuali e politiche. Nel frattempo, dopo la pubblicazione del rapporto (10 novembre 2010) il prezzo del petrolio e’ salito sui 90 dollari il barile, toccando i valori massimi dal settembre-ottobre 2008, momento dell’ esplodere della crisi finanziaria; in Europa tra l’ altro questo avviene in un momento di difficolta’ per l’ euro che l’8 gennaio 2011 e’ quotato 1,29 dollari mentre al momento dei prezzi massimi del greggio (luglio 2008- fino a 148 dollari il barile) un euro valeva 1,60 dollari attenuando cosi’ nel vecchio continente gli effetti dei rincari record.

Scheda scritta nel gennaio 2011 da Marco

martedì 3 gennaio 2012

Il programma "International Year for Sustainable Energy for All".................................................................................

2012: sarà l'anno dell'energia pulita per i poveri?
Nel 2050 le rinnovabili potrebbero fornire più di tre quarti dell'energia mondiale
di U.M.(Umberto Mazzantini?)............................................................................................

Nel dicembre 2010, riconoscendo l'importanza dell'accesso all'energia per uno sviluppo economico sostenibile e per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo del millennio, l'Assemblea generale dell'Onu adottò la risoluzione 65/151 che proclama il 2012 "International Year for Sustainable Energy for All". L'anno appena iniziato dovrebbe quindi servire a creare «Un ambiente favorevole per la promozione e l'uso di tecnologie energetiche nuove e rinnovabili, comprese le misure per migliorare l'accesso a tali tecnologie»...................................................................................................
Il programma dell'anno internazionale dell'energia sostenibile per tutti è attuato dall'iniziativa "Sustainable Energy for All" che spiega: «L'energia è fondamentale per quasi tutte le principali sfide e opportunità che il mondo di oggi deve affrontare. Che si tratti di occupazione, sicurezza, cambiamento climatico, produzione alimentare o aumento dei redditi, l'accesso all'energia sostenibile per tutti è essenziale per rafforzare le economie, tutelare gli ecosistemi e raggiungere l'equità»........................................................................................................................................................

Nel mondo più di 1,4 miliardi di persone non hanno accesso all'elettricità, e un altro miliardo ha accesso solo in maniera intermittente. Circa 2,5 miliardi di persone, più di un terzo dell'umanità, si affidano alle biomasse tradizionali per cucinare e riscaldarsi.........................................................................................................................................................

Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon,, ha messo l'energia tra le 5 priorità del suo secondo mandato di 5 anni. In particolare l'Onu punterà ad estendere le reti energetiche per combattere la povertà endemica. «L'accesso universale all'energia, una maggiore efficienza e una maggiore diffusione delle fonti rinnovabili sono obiettivi ambiziosi» ha detto Ban ki-moon che, «Per renderli realizzabili», si è impegnato ad assumere la leadership dell'iniziativa Energy for All che richiama le imprese private e i governi a prestare una maggiore attenzione globale all'importanza dell'energia per lo sviluppo e l'alleviamento della povertà. L'International Year for Sustainable Energy for All servirà soprattutto a mettere in rilievo i tre obiettivi che si è data l'Onu per il 2030: garantire l'accesso universale a servizi energetici moderni; raddoppiare il tasso di miglioramento dell'efficienza energetica; raddoppiare la quota di energie rinnovabili nel mix energetico globale..........................................................................................................................................................................

Come parte di Sustainable Energy for All, l'United Nations Foundation ha lanciato un nuovo accordo globale Energy Access Practitioner Network che riunirà i professionisti del settore privato e della società civile che lavorano alla fornitura di servizi energetici e di soluzioni riguardanti l'elettrificazione, nell'ambito dello sviluppo di contesti nazionali dei diversi Paesi, per sviluppare un approccio più integrato alla pianificazione energetica, all'accesso ed allo sfruttamento dell'energia ed a sostegno degli obiettivi di Sustainable Energy for All di ottenere l'accesso universale all'energia entro il 2030.....................................................................................................................................

Il network si concentrerà sia sull'elettrificazione a livello domestico e comunitario che a scopi produttivi, con particolare attenzione a mercato, salute, agricoltura, istruzione, piccole imprese, piccolo business per comunità e le soluzioni per le abitazioni.............................................................................................................................................

L'energia sostenibile offre nuove opportunità per i più poveri e può cambiare la loro vita, dando loro i mezzi per produrre reddito, avere i servizi di assistenza sanitaria, migliorare l'istruzione, e proteggere l'ambiente. La mancanza di accesso all'energia ostacola lo sviluppo e pone rischi per la salute e la sicurezza umana. Ad esempio, il fumo delle cucine inquinanti e inefficienti, così come dell'illuminazione e dei riscaldamenti provoca ogni anno la morte prematura di quasi 2 milioni di esseri umani, soprattutto donne e bambini, e causa diverse malattie croniche. Per questo è nata la Global Alliance for Clean Cookstoves, un'innovativa partnership pubblico-privata, che nel rapporto "Igniting Change: A Strategy for Universal Adoption of Clean Cookstoves and Fuels", pubblicato nel novembre 2011, ha presentato un piano per ridurre questa mortalità attraverso una visione globale del problema delle stufe da cucine e dell'illuminazione e del riscaldamento domestico, che riguardano circa 3 miliardi di persone ogni giorno, che indica la strada per avere stufe e carburanti puliti, migliorando la domanda rafforzando l'offerta e promuovendo così un ambiente favorevole ad un fiorente mercato di stufe da cucina pulite, che ha bisogno di donatori, imprenditoria, installatori, ricercatori e di una combinazione di politiche e scelte programmatiche da attuare secondo quanto indica l'Onu.......................................................................................................................................

Quando l'Alleanza è stata lanciata nel 2012, spiega Radha Muthiah, direttore esecutivo della Global Alliance for Clean Cookstoves, «I fondatori sapevano che un mercato basato sulle soluzioni, con l'impegno di una serie di soggetti interessati, sarebbe stato la nostra più grande possibilità di successo. E' il momento giusto per affrontare gli ostacoli ai prezzi accessibili per dare cucine accessibili e pulite, le soluzioni per sconfiggere un killer silenzioso al quale è stato permesso di esistere per troppo tempo. Igniting Change è la fondamenta su cui l'Alleanza e il settore privato realizzeranno l'accesso universale, compreso il nostro obiettivo di 100 milioni di famiglie che adotteranno 100 milioni di stufe da cucina e combustibili puliti entro il 2020»...............................................................................................................................................................

Sustainable Energy for All sottolinea che «Le fonti efficienti e rinnovabili di energia sono spesso l'opzione migliore e più conveniente per fornire l'accesso all'energia. L'utilizzo di prodotti a basso consumo riduce la quantità di energia che deve essere fornita per l'illuminazione ed altre necessità. Allo stesso modo, la distribuzione più efficiente dell'uso di energia potrebbe liberare l'energia che ora viene persa o sprecata, così come capitali da investire nella fornitura di energia supplementare o nello sviluppo economico. Fonti di energia come l'eolico e il solare sono in grado di fornire energia senza impatti negativi per l'ambiente, di raggiungere aree rurali, in particolare attraverso la generazione distribuita e l'uso di mini-reti, e creare occupazione. Allo stato attuale, le fonti di energia rinnovabili forniscono il 19% del consumo globale di energia. Se sostenuto da forti politiche incentivanti, le energie rinnovabili potrebbero fornire più di tre quarti dell'energia mondiale entro il 2050. Le tecnologie rinnovabili su piccola scala potrebbero raggiungere un gran numero di persone che attualmente non hanno accesso all'energia»...........................................................................................Fonte...www.greenreport.it

domenica 1 gennaio 2012

Dal 1 gennaio 2012 e' obbligatoria negli annunci immobiliari la certificazione energetica

.......................................................................................... ...........Dal 1° gennaio 2012 diventa obbligatorio riportare l'indice di prestazione energetica degli edifici negli annunci immobiliari. Ma la legge non specifica sanzioni per chi non lo fa. Un approfondimento. 30 dicembre 2011 ...........................................................................................................................Dal 1° gennaio 2012 diventa obbligatorio riportare l'indice di prestazione energetica degli edifici negli annunci immobiliari. L'obbligo viene dal decreto di marzo sulle rinnovabili (il d.l. 28/2011), che ha aggiunto il comma 2-quater nell'articolo 6 del d.l. 192/2005, e alcuni annunci cominciano già a riportare i dati sulle prestazioni energetiche.............................................................................................................................. Il grosso, però, pare ancora sprovvisto di indicazioni. E qui entra in gioco un punto delicato: cosa rischia chi non rispetta l'obbligo? La norma nazionale non prevede sanzioni, anche se alcune riviste specializzate e siti internet hanno iniziato ad avvisare gli inserzionisti dei nuovi obblighi, rifiutando in qualche caso le offerte senza pagella energetica. Il tutto a meno che – suggerisce il Sole 24 ore - qualcuno non decida di richiamare in gioco due vecchi articoli della legge 10/1991: cosa che, però, al momento, pare improbabile. Sono invece sicure le multe da 1.000 a 5.000 euro previste in Lombardia con una legge regionale.................................................................................................................... Fonte www.qualenergia.it

martedì 27 dicembre 2011

Petroplus perde in borsa 37%-Crisi raffinerie europee

In questo momento di gravissima crisi finanziaria,che prelude ad un' aggravamento della crisi dell'economia reale, ci stiamo dimenticando del problema greggio. Questa notizia ci racconta la crisi di un operatore nella raffinazione, tra calo di domanda e prezzi altissimi,99$ il WTI, 109 $ il Brent.
marcopa

Petroplus: banche congelano credito "indispensabile", crollo in Borsa
Stop a linea da 1mld $. Gruppo non puo' piu' comprare greggio Ginevra,

27 dic - Petroplus, maggiore raffinatore petrolifero indipendente europeo, ha reso noto che una linea di credito di circa un miliardo di dollari - ritenuta "indispensabile" per poter operare - e' stata congelata dai propri creditori.

Pesante la reazione del titolo in Borsa, dove in tarda mattinata cedeva oltre il 37% a 2,16 franchi, in un mercato che stazionava vicino alla parita'. Il gruppo svizzero, che si trova in stato di crisi a causa della sovraccapacita' che esiste in Europa nel settore, non ha spiegato le ragioni del disaccordo con le banche e comunque ha annunciato "di avere l'intenzione di continuare a trattare con le banche per un rapido ripristino delle linee di credito" e che sta "valutando ulteriori opzioni strategiche per mantenere in attivita' la propria rete europea di raffinazione e distribuzione".

Intanto il suo direttore finanziario, Joseph Watson, ha annunciato che "attualmente non possiamo piu' acquistare petrolio, tenuto conto che ne acquistiamo giornalmente 500 mila barili al giorno". Man- 27-27-12-11 10:40:03

Fonte www.corriere.it

mercoledì 21 dicembre 2011

Intervista del quotidiano L'Avvisatore Marittimo a Marco Palombo, Presidente dell' Associazione Italia Africa

L’AVVISATORE MARITTIMO
Giovedi’ 15 dicembre 2011
Quotidiano indipendente di informazione marittime e di politica economica
SPECIALE AFRICA
PARLA MARCO PALOMBO, PRESIDENTE DELL’ ASSOCIAZIONE ITALIA-AFRICA

Impariamo a credere nell’ Africa
Prospettive? In Algeria, Tunisia e Marocco la ripresa sara’ piu’ veloce

Far conoscere e favorire la diffusione delle energierinnovabili, in particolare quelle solari, nel continente africano, educare all’ uso delle risorse naturali del pianeta e promuovere una cultura di pacifica collaborazione tra le realta’ piu’ industrializzate e quelle in via di sviluppo. Sono questi i principali obiettivi dell’ Associazione Internazionale Italia Africa, creata a Roma il 30 novembre 2010 dall’ attuale presidente Marco Palombo e attiva soprattutto in Africa con progetti gia’ avviati in Senegal e Nigeria.

Dott. Palombo si poteva forse prevedere quanto e’ successo in Nord Africa in questi ultimi mesi ?
Direi di si, perche’ in molti casi, come quello libico, la situazione era arrivata al limite del collasso. E poi dall’ Italia ci siamo sempre fatti un’ idea sbagliata delle popolazioni che soprattutto negli ultimi anni, anche per l’ uso dei nuovi mezzi di comunicazione, hanno raggiunto nella media un buon livello culturale. La nostra colpa, quella dell’ Italia cosi’ come del resto dell’ Europa, e’ stata quella di non avere visto per tempo una situazione che era destinata ad esplodere. Oggi la fase piu’ critica si sta vivendo in Libia dove con la guerra e’ stato distrutto quasi tutto, quella migliore invece e’ forse in Marocco.

Quando potranno riprendere con regolarita’ gli scambi commerciali verso questi paesi ?
Questo e’ molto difficile dirlo non solo perche’ la situazione politica di questi territori e’ in continuo divenire ma anche perche’ ci sono circostanze differenti in tutto il Nord Africa. Indubbiamente ci sono stati e ci saranno grandissimi problemi soprattutto per le piccole e medie imprese che piu’ di altre avranno difficolta’ a riprendersi dalle perdite che hanno avuto in questi mesi di mancato lavoro. Per quanto riguarda la Libia, ad esempio, c’e’ un momento di grandissima difficolta’ perche’ tutto dovra’ essere ricostruito dopo che e’ stato distrutto dalla violenza dei bombardamenti. Diversa e’ invece la situazione in Algeria, Tunisia e Marocco dove si potra’ avere una ripresa piu’ veloce.

E i rapporti con l’ Italia ? D’ ora in avanti miglioreranno rispetto a prima ?
Le relazioni future non potranno che subire un netto miglioramento ma questo avverra’ solamente dopo un momento di comprensibile assestamento. Questi paesi hanno deciso di intraprendere una difficile strada verso regimi democratici che di certo non sortira’ un effetto immediato. Ci vorranno mesi, forse anni ma sicuramente la via intrapresa e’ quella giusta.

L’Italia ha sempre lavorato con i paesi nordafricani adesso e’ arrivato il momento di dialogare con il continente

Perche’ l’ Italia, rispetto ad altri, dovrebbe rappresentare un canale privilegiato nei rapporti con l’ Africa ?
Prima di tutto per la sua posizione geografica. E poi perche’ il nostro passato coloniale, per quanto non sia stata una parentesi edificante, ha avuto un periodo di vita molto limitato. Durante tutto il periodo della Prima Repubblica, l’ Italia ha sempre avuto un rapporto autonomo con tutto il mondo arabo e questo ha favorito l’ instaurarsi di ottimi rapporti. Adesso e’ arrivato il momento di fare molto di piu’ e non solo con tutto il Nord Africa ma con l’ intero continente. Si potrebbero aprire dei vantaggi enormi, da entrambe le parti, basta pensare alle risorse naturali che ci sono in questi territori e che non sempre vengono valorizzate. Mi riferisco anche alla zona subsahariana , un’ area estramamente povera ma con grandi potenzialita’ che non sono state mai sfruttate. A Brazzaville, in Congo, e’ stata costruita una nuova struttura portuale sul fiume per l’ esportazione d’ avorio e di caucciu’ , ci sono allo studio altri progetti e questo potrebbe rappresentare un primo incentivo verso una crescita economica. Non servono grandi investimenti ma scelte intelligenti e mirate, basterebbe davvero poco.

Perche’ un operatore italiano dovrebbe decidere di investire in Africa e non altrove ?
La difficolta’ maggiore, guardando l’ intero continente, e’ sicuramente quella di entrare in contatto con una mentalita’ molto differente dalla nostra e spesso di avere a che fare con governi che soprattutto prima erano deboli e corrotti. Poi in molte aree c’e’ il problema dell’ energia elettrica, spesso discontinua e che non favorisce una corretta produzione industriale. Ma sono terre che hanno ricchezze enormi , abbondanza di materie prima, con una popolazione che cresce anno dopo anno e non vuole piu’ vivere in una condizione di poverta’ e arretratezza. La manodopera costa molto poco , ancora meno rispetto all’ est Europa. Solo in Africa ci sono queste possibilita’ di sviluppo, margini di miglioramento enorme che si possono solo immaginare.

L’Associazione Internazionale Italia Africa e’ nata da poco piu’ di un anno , attualmente di quali progetti vi state occupando ?
Per il momento in Italia siamo attivi nel Lazio, a Roma e presto lo saremo anche in Toscana con un nostro ufficio distaccato . il nostro primo obiettivo e’ quello di portare la cultura dell’ energia rinnovabile in Africa e proprio su questo argomento stiamo lavorando per aprire una scuola in Nigeria, dove formare tecnici ed esperti che possano poi restare e lavorare nel territorio.

lunedì 19 dicembre 2011

Africa- Next-Energy, un nuovo fondo per lo sviluppo delle rinnovabili nel continente

NextEnergy: nuovo fondo per lo sviluppo delle rinnovabili in Africa19-12-2011

E’ la nuova iniziativa della merchant bank NextEnergy Capital: il fondo ha un obiettivo di raccolta 400 milioni di euro finalizzati allo sviluppo di progetti etici nelle energie rinnovabili, nel business ambientale e nelle tecnologie sostenibili nel Continente africano

L’obiettivo è coinvolgere investitori qualificati americani, europei e sudafricani. "L’80% circa del fondo sarà utilizzato per la realizzazione d’impianti di generazione già autorizzati e di progetti infrastrutturali, mentre il restante 20% finanzierà lo sviluppo d’impianti in fase di autorizzazione e di tecnologie pulite in early-stage. - si legge in un comunicato - Una parte dei profitti del fondo, infine, andrà a sostegno di una Fondazione che ha lo scopo di diffondere l’approccio dell’impact investment (l'innovativa strategia per coniugare ritorni finanziari e impatti sociali e ambientali sulle comunità locali, su cui è basato il fondo ix:Africa, ndr) ad altre iniziative sociali in altri settori, quali alimentare, housing e sanitario".

Parallelamente alla raccolta di capitale, NextEnergy Capital ha dotato ix:Africa di capitale di avviamento per realizzare i primi progetti, tra cui un progetto-pilota (per la dimostrazione dei ritorni e degli impatti positivi generati) in collaborazione con la Banca per lo Sviluppo Sudafricana, per la realizzazione di un impianto fotovoltaico da 6,5 MW in Sudafrica. L’installazione pilota di ix:Africa sarà realizzato nella regione di Waterberg, 300 chilometri a nord di Johannesburg. L¹impianto, del valore complessivo di 18 milioni di euro, creerà 355 nuovi posti di lavoro in fase di costruzione, altri 125 posti per la produzione dei moduli fotovoltaici nel paese e 85 posti nel lungo termine (25 anni) nella regione.

Ix:Africa ha inoltre acquisito una quota pari al 20% di AfriTrak, società detentrice di un brevetto per un sistema di installazione di inseguitori per il fotovoltaico che sarà utilizzato nella costruzione dell’impianto nella regione di Waterberg. AfriTrak prevede di installare impianti fotovoltaici per 360 MW di potenza nel sud dell’Africa nei prossimi 5 anni, creando 5.000 nuovi posti di lavoro nel lungo periodo.(f.n.)

Fonte www.zeroemission.eu

domenica 4 dicembre 2011

Syrie-Appel urgent pour mettre fin a l'intervention militaire etrangere en Syrie et retablir les droits humains et le respect de la legalite

Syrie NO WAR

Appel urgent pour mettre fin à l'intervention militaire étrangère en Syrie et rétablir les droits humains et le respect de la légalité.

Nous, soussignés organisations humanitaires ( ONG) pour les droits humains, vous exhortons à mobiliser les Nations Unies et la communauté internationale à prendre des mesures immédiates pour faire cesser toute intervention militaire étrangère contre la Syrie, et au contraire, d'agir de bonne foi pour une honnete médiation. Il est essentiel d’agir rapidement. Nous demandons d'agir de bonne foi pour rejoindre une vraie médiation pacifiques.

Au cours des derniers mois, nous avons observé une augmentation constante des campagnes de presse qui présentent seulement une vision partielle et pas vérifiée ce qui passe en Syrie. La même chose s'est produite aussi dans le cadre des préparatifs à l'intervention étrangère en Libye.

Nous savons qu'il ya des affrontements violents entre les troupes gouvernementales et les insurgés armés de l'auto-proclamé " Armée Libérée Syrienne " avec des bases en Turquie, près de la frontière syrienne. Et nous savons que ces conflits provoquent une énorme nombre de morts parmi les civils, qui sont toujours les premières victimes de n’importe quel conflit. Il semble donc clair que les deux côtés armées ont des responsabilités.

Mais un'ingérence militaire étrangère n'est pas une bonne façon de protéger les droits civils et humains.

NOUS affirmons avec force que:

1) le projet de «intervention militaire humanitaire» en Syrie est la pire des solutions et il ne peut pas revendiquer aucune légitimité, car on ne peut pas obtenir la protection des droits humaines par un'intervention armée;

2) En effet, l'histoire récente montre que, les résultats inévitables de l'intervention armée étrangère, sont des violations massives des droits, comme en Libye;

3) La contrebande d'armes dans une zone de conflit alimente seulement une guerre «civile» et ce doit être arrêtée;

4) On ne peut pas autoriser que une scénario libyenne prende place en Syrie aussi, c'est à dire une «no-fly zone" qui se transforme en une intervention militaire directe suivie par des massacres et des violations massives des droits.


Nous exhortons donc la COMMUNAUTÉ INTERNATIONALE pour favoriser:

1. Un cessez le feu sur les deux côtés et une médiation neutre entre les parties: nous rappelons que la proposition faite par certains pays d'Amérique latine à partir du groupe Alba semble être accueilli aussi par l'opposition non-armée

2. Des mesures pour arrêter l'ingérence militaire et politique étrangère en Syrie visant à déstabiliser le pays (et éventuellement toute la région);

3. Restauration de la Syrie dans le bloc régional;

4. Fin des sanctions actuelles qui portent atteinte à des civils;

5. Une mission internationale d'enquête par les pays et les organisations neutres pour établir la vérité sur les conditions de vie en Syrie;

6. Une enquête menée par les observateurs internationaux neutres sur les accusations et sur les nouvelles rapports en provenance de Syrie et qui, à présent, il n'a pas été possible de vérifier.

Per firmare la petizione
www.peacelink.it