sabato 27 agosto 2011

Fotovoltaico, raggiunti in Italia 10 Gw di potenza.E' un dato importante perche'....

Fotovoltaico, raggiunti in Italia 10 GW di potenza. Ecco perche' e' un dato importante.

Il totale della potenza degli impianti fotovoltaici che hanno ricevuto l' incentivazione dai diversi conti energia ha raggiunto i 10 GW. Ai 6.820 MW installati a fine 2010 con il primo e secondo conto e., si sono aggiunti i 3.786 MW installati nel 2011 con il terzo e quarto c.e.


A fine 2010 nel mondo la potenza totale cumulata era poco meno di 40 GW. Di questi ben 17 GW erano in Germania, in Italia erano installati 3,5 GW ai quali si sono aggiunti subito 3 GW che avevano finito i lavori nel 2010 e che sono entrati in esercizio nel 2011, usufruendo della legge 129/2010, seguono Spagna, Repubblica Ceca e Stati Uniti. Piu' distanti tutti gli altri.
Il nostro paese dunque in questi primi 8 mesi 2011 ha staccato gli altri, ponendosi nettamente al secondo posto per potenza installata dopo la Germania. Questo nonostante la confusione nata nei primi 5 mesi quando la potenza installata ha sorpreso tutti, il conto energia previsto fino al 2013 e' stato annullato e per due mesi c'e' stato un vuoto normativo che ha frenato le attivita'.
Tuttavia il comparto ha continuato a lavorare a ritmi alti e nello stesso tempo e' proseguita anche la disattenzione alla crescita di questo settore dell' economia italiana, crescita che disturba non poco altri settori sempre nel campo energetico.
Con la crisi finanziaria scoppiata in questa estate e con le inevitabili conseguenze nell' economia reale sarebbe bene pero' non distruggere ma incoraggiare ed aiutare lo sviluppo di questo comparto economico che pur avendo importato moltissimi manufatti, soprattutto moduli e celle, dall' estero e' nel nostro paese all' avanguardia e molto piu' avanti di altri paesi delle nostre dimensioni economiche.
Con il IV conto energia in vigore dal 1 giugno 2011 fino al 31 dicembre 2016 e' prevista l' installazione fino a 23 GW di potenza cumulata e sono stati limitati gli incentivi ad una quantita' definita, le imprese lamentano difficolta' ma ai 10 GW che sono in esercizio e hanno chiesto l' incentivo sono da aggiungere 6 GW di grandi impianti che hanno chiesto l' incentivo per il 2011. Avranno diritto a questo incentivo solo una parte di essi ma gli altri potranno chiedere i contributi dei prossimi anni, quindi e' prevedibile che sara' raggiunta la quantita' di 23 GW nel 2016 senza troppe difficolta'.

Nel mondo la transizione della produzione di energia elettrica dalle fonti fossili alle rinnovabili sara' impetuosa e potremmo contribuire con la nostra esperienza in misura notevole.

Il primo motivo
che rende necessaria questa rivoluzione e' l' insuffucienza attuale della produzione di energia.

Nel mondo ben un miliardo e mezzo di persone non hanno accesso all' energia elettrica e in moltissimi paesi l' erogazione di corrente non e' continua ma sono frequenti interruzioni che rallentano moltissimo lo sviluppo economico. Le fonti tradizionali non potranno mai neanche affrontare questo problema perche' sono limitate e la piu' importante, il petrolio, molto vicina ai suoi massimi livelli produttivi.
L' unico modo possibile di portare a tutti l' energia elettrica e' lo sfruttamento delle fonti rinnovabili. I costi non sono ancora tali da annullare facilmente questa assenza ma per molti segmenti di mercato dei paesi meno ricchi gli investimenti avrebbero dei ritorni eccezionali in termini di sviluppo, basta pensare alla rivoluzione che piccoli impianti da fonti rinnovabili (ora possibili a prezzi accettabili) potrebbero portare in strutture sanitarie o scolastiche dove attualmente e' assente l' energia elettrica. In alcuni paesi sarebbe possibile anche elettrificare zone rurali, considerato soprattutto che i costi maggiori sono dovuti al trasporto dei manufatti e alla formazione di personale locale preparato, quindi costi che possono essere ridotti moltissimo con una maggiore diffusione della cultura energetica.

E' vicino anche il picco produttivo del petrolio e gli alti prezzi odierni sono ancora sotto controllo solo perche' si e' bloccata dal 2008 la crescita economica. Probabilmente con l'attuale efficienza energetica non e' possibile nessuna ripresa.

E' vicina ormai anche la crisi definitiva dell' automobile con le caratteristiche odierne. Si comincia a lavorare seriamente all' auto elettrica, scelta che non e' solo per l' ambiente , come viene detto da tutti, ma e' obbligata visti i costi dei carburanti che saranno sempre crescenti.

In Italia esiste un settore produttivo nelle rinnovabili e nel risparmio energetico, in questi anni difficili per l'economia potrebbe aiutare non poco il nostro paese operando nella transizione italiana ma anche contribuendo alla rivoluzione energetica degli altri paesi. In queste settimane si legge di programmi sostanziosi di energie rinnovabili in paesi importanti come il Giappone e il Sudafrica e i costi bassi del fotovoltaico hanno cambiato alcuni progetti negli USA che saranno realizzati con questa tecnologia e non con il solare a concentrazione.
La rivoluzione energetica e' ormai sicura; dalle fonti vecchie come petrolio e nucleare sono arrivati negli ultimi anni disastri giganteschi ,dal petrolio fuoriuscito nel Golfo del Messico, all' incidente nella centrale nucleare di Fukushima, alla guerra in Libia.

Il declino della produzione petrolifera nel Mare del Nord Europa, che sta provocando l' anomalo prezzo del Brent, superiore anche del 30% al prezzo del petrolio statunitense WTI, costringera' la Gran Bretagna a diventare importatrice di energia. La battuta d'arresto mondiale di tutti i programmi di energia atomica ha dato un duro colpo alla Francia, maggiore potenza nucleare.
Questi due paesi sono i promotori della guerra alla Libia, mentre la Germania, primo paese nelle energie rinnovabili, non ha partecipato all' intervento armato.

Prima ci sara' la rivoluzione energetica meglio sara' per tutti.

Associazione Internazionale Italia Africa

domenica 21 agosto 2011

21 agosto 2011,il Brent quotato il 30% in piu' rispetto al Wti

Oggi 21 agosto 2011, il Brent e' quotato 109,17 $/b, il Wti 82,75 $/b, la differenza e' 26,41 $ , il massimo che almeno io ricordi, nelle settimane e mesi precedenti non si era mai andati oltre i 22 $ di differenza. Questa anomalia e' ancora maggiore se si considera le proporzioni tra i due prezzi, infatti essendo ora il Wti basso, attorno a 82 $/b, la differenza di 26 $ e' superiore al 30% del prezzo del petrolio statunitense. Questa distanza tra i due prezzi e' ormai presente da inizio anno e non ha mai avuto spiegazioni esaurienti se non le difficolta' di produzione del Mare del Nord europeo e la stagnazione Usa. In questo momento le ulteriori difficolta' che possono avere favorito l' aumento della differenza potrebbero essere il continuare della guerra in Libia e gli incidenti sulle piattaforme nel Nord Europa, incidenti che si conoscono molto poco e che potrebbero nascondere problemi grossi per la produzione, costretta a forzare ancora di piu'.
Anche l' offensiva in Libia di questi giorni potrebbe non essere un caso, i media occidentali raccontano di un Geddafi ormai vicino alla sconfitta, ma l' attaco di queste ore potrebbe essere una forzatura per chiudere il conflitto e porre fine cosi' ai problemi ormai di qualche mese per la produzione e il commercio del petrolio libico, problemi ormai insostenibili. Infatti il greggio estratto in Libia e' una quantita'non enorme, l' 1,5% del greggio totale, ma prezioso come qualita' e forse indispensabile per l' equilibrio dei diversi prezzi.

Africa "set for renewable energy boom"

Africa 'set for renewable energy boom'


18 August 2011

Investment in renewable power in Africa is set to grow from a total of US$3.6-billion in 2010 to $57-billion by 2020, accompanied by huge foreign direct investment in energy infrastructure.

This is one of the findings of Frost & Sullivan's study "Mega Trends in Africa: A bright vision for the growing continent", which is due to be released at an African growth, innovation and leadership conference in Cape Town on 25 August.

"Although Africa is endowed with fossil and renewable energy resources, which could more than adequately cover its energy needs, it remains the most poorly electrified continent in the world," Frost & Sullivan said in a statement on Wednesday.

"The proportion of people without electricity in Africa is higher than anywhere else on the planet, with as little as 5% of the population having direct access to electricity in some countries.

Wind, solar, geothermal

"This significant challenge does, however, have a massive potential upside. The need to provide electrification to remote communities is one of the key drivers of renewable energy development on the continent."

Frost & Sullivan analyst Ross Bruton said that investment in renewable power in Africa, which totalled a mere $3.6-billion by 2010, "is expected to grow to $57.72-billion by 2020.

"The key growth sectors will be wind power, solar power, geothermal power and foreign direct investment (FDI) into energy and power infrastructure."

According to the consultancy, the development of Africa's renewable energy sector will lead to greater diversification of the continent's energy mix, decreased dependency on any one feedstock, and greater security of supply.

New technologies

New investments in the continent's electricity infrastructure are also likely to incorporate new, "smart" technologies and standards, which will see information and communication technology (ICT) development taking place alongside electrification.

"Smart electricity development in Africa will be driven through grid incorporation of renewable power, and technological leapfrogging through investments into greenfield transmission and distribution infrastructure projects," Bruton said.

"Smart grids are, however, only expected to play a significant role in key high-growth African economies."

Over the next 10 years, Frost & Sullivan predicts, African renewable energy initiatives will be dominated by wind power projects, such as the Ashegoda Wind Farm in Ethiopia and Tanzania's Singida Wind Farm.

Solar power will also show good growth, "although this will most likely be through South Africa's Upington solar project and renewed interest in Desertec in North Africa."

SAinfo reporter

Read more: http://www.southafrica.info/business/investing/opportunities/renewables-180811.htm#ixzz1VeHf5wsE

martedì 16 agosto 2011

No Tav, Val di Susa, digiuno nonviolento in attesa e speranza di una rete nazionale in appoggio ai digiunanti...

Prosegue il digiuno al cancello, io digiuno per ora ogni mercoledi' nella speranza e attesa che nasca una rete in appoggio ai digiunanti fuori della val di Susa.
marco

Martedi 16 agosto tutti alla BAITA CLAREA dalle 5.30 del mattino..

aggiornamento ore 9.40 tutto tace… un folto presidio di no tav ha atteso e sostenuto la resistenza del digiuno al cancello. La situazione è tranquilla e nessuno ha cercato fino ad ora di aprirlo per allargare il cantiere.

Le forze dell’ordine vogliono aprire il cancello, in cui sono incatenati i compagni che stanno digiunando, per procedere all’allargamento del fortino. Per la questura l’ultimatum è chiaro, da martedi mattina il cancello si dovrà aprire e i digiunanti dovranno spostarsi.

Siamo tutt* determinati a resitere allo sgombero.

Tutti i no tav che possono sostenerli sono invitati a recarsi fin dalle prime luci dell’alba (almeno dalle ore 5.30) alla baita (lato Giaglione).

SOSTENIAMOLI!

a sara dura!

www.notav.info

lunedì 15 agosto 2011

Fotovoltaico, Italia,i 10 GW installati saranno raggiunti molto presto entro settembre 2011.

Fotovoltaico,Italia, molto presto saranno raggiunti 10 GW installati

Presso il GSE hanno chiesto l' incentivo dei diversi conti energia impianti per una potenza totale di 9.400 MW (9,4 GW).
I grandi impianti che entreranno in esercizio, cioe' saranno collegati alla rete elettrica nazionale, entro il 31 agosto 2011 avranno automaticamente diritto agli incentivi stabiliti per il 2011, mentre i grandi impianti che entreranno in esercizio successivamente avranno gli incentivi 2011 solo se rientreranno nella quantita' limitata prevista nel conto energia, in caso contrario dovranno fare nuovamente domanda per accedere agli incentivi 2012.
Stando cosi' le cose ed avendo chiesto l' incentivo nel mese di agosto impianti per circa 1.000 MW (1 GW), prevedo che i 600 MW che ancora mancano al traguardo dei 10 GW chiederanno l' incentivo nelle prossime settimane dopo aver allacciato l' impianto entro il 31 agosto 2011.
Sara' raggiunta cosi' l' eccezionale potenza cumulata da impianti fotovoltaici di 10 GW che dovrebbe essere inferiore solo alla potenza installata in Germania, ormai sui 20 GW.

Il nuovo conto energia attualmente in vigore limita gli incentivi, mettendo una cifra indicativa annua da rispettare. Per il 2011 e 2012 sono limitati gli incentivi per i grandi impianti sopra i 200 MW posizionati a terra. Mentre rimangono senza limiti quantitativi di installazione tutti gli impianti sugli edifici, anche di grosse dimensioni, tutti gli impianti fino a 200 MW che usufruiscono delle scambio sul posto e tutti gli impianti che hanno come soggetto responsabile la Pubblica Amministrazione, senza limite alcuno. Dal 2013 sara' invece in vigore un limite complessivo per tutti gli incentivi.

La potenza complessiva che si prevede, indicativamente e non in maniera tassativa, installata al 2016 e' di 23.000 MW. Una quantita' rilevante ma che penso risultera' poi sottostimata come sono risultate per ora sottostimate tutte le previsioni fatte. Ricordo che solo nell' agosto 2010 con il 3° conto energia era stata fatta una previsione di 8.000 MW di potenza installati al 2020, cifra che invece e' stata raggiunta gia' nel luglio 2011.

Marco
Associazione Internazionale Italia Africa
Roma

sabato 13 agosto 2011

Clima, il Sudafrica ha presentato le proposte che sosterra'alla Conferenza Onu di Durban

Africa group negotiators: «Seconda fase di Kyoto, tagli del 40% delle emissioni dei Paesi ricchi, certezza sui finanziamenti»
Il Sudafrica approva la proposta per la conferenza di Durban sul cambiamento climatico‏[
12 agosto 2011

Il governo sudafricano, che ospiterà a dicembre la diciassettesima Conferenza delle parti della United Nations framework convention on climate change (Unfccc) a Durban, ha approvato la proposta di posizione negoziale.

Come ha spiegato il portavoce del governo, Jimmy Manyi, «il Gabinetto ha preso atto del documento intitolato "Key Messaging on Substantive Content Issues on the South African Position and National Interest' should be used as a position to articulate the national position and interest"».

A dire il vero non si sa nemmeno se il documento sudafricano, che avrà un forte peso almeno nell'avvio della discussione della Cop 17 Unfccc di Durban, sia stato preparato dal Department of environmental affairs (Dea) e se verrà reso pubblico prima della conferenza di Durban.

Il Sudafrica ha già detto che si impegnerà a ridurre volontariamente entro il 2020 del 34% le sue emissioni rispetto al livello" business as usual" e del 42% entro il 2025, però ponendo le condizioni degli altri Paesi emergenti e in via di sviluppo: assistenza finanziaria e tecnologica da parte dei Paesi sviluppati.

L'impressione è che i documenti preparatori di Durban e quelli usciti dalla Cop 16 Unfccc di Cancun del 2010, dovranno fare i conti con la nuova crisi economica che colpisce proprio i Paesi ricchi... e non saranno conti facili per il pianeta.

In un comunicato il Dea sudafricano sottolinea che «il Sudafrica ha recentemente preso parte ad un incontro per chiarire la posizione negoziale africana alla Cop 17». Infatti il governo di Pretoria/Tshwane sta lavorando in stretto accordo con l'Africa group negotiators (Agn), il blocco dei Paesi africani all'interno dell'Unfccc, che ha iniziato a sviluppare la "‘African Climate Platform for Durban", che dovrebbe consentire al continente più povero del pianeta di arrivare a Durban con una posizione comune. Il documento sarà presentato per l'approvazione al meeting dei ministri africani dell'ambiente che si terrà a Bamako, la capitale del Mali, il 15 e 16 settembre.

L'Agn si è riunito a Durban dal 6 al 10 agosto per affrontare i temi dei due sui due negotiation tracks nell'ambito dell'Unfccc ed ha approvato una strategia che sta sviluppando la Commissione dell'Unione Africana per implementare e governare le risposte al cambiamento climatico in atto nel Continente, «Attraverso l'attuazione concreta di azioni di adattamento e mitigazione e rafforzando le strutture per il coordinamento dei negoziati».

Il presidente dell'Agn, Tosi Mpanu-Mpanu, ha spiegato al giornale sudafricano Engineering News che «le nostre priorità sono quelle di mantenere al sicuro l'Africa attraverso un ambizioso progresso dei climate talks per attuare la Convenzione sul clima dell'Onu ed il suo Protocollo di Kyoto e di avere a Durban un risultato basato sulla scienza».

Gli africani sanno che su Kyoto si gioca gran parte della partita di Durban e non intendono perderla in casa. L'Agn sul protocollo di Kyoto ha più volte sottolineato la necessità di una leadership, esortando i Paesi sviluppati a garantirla, «assicurando che non esiste un gap tra il primo e il secondo periodo di impegno del protocollo di Kyoto». Il gruppo Africa dice che alla Cop 17 di Durban vuole «Ottenere risultati che favoriscano lo sviluppo socio-economico dell'Africa, o attraverso i risultati ambiziosi riguardanti entrambe le tracce dei negoziati sul clima per attuare la Convenzione e il suo Protocollo di Kyoto».

Dichiarazioni più che indigeste per Paesi come Usa, Giappone, Russia, Arabia Saudita e Paesi Opec che puntano a chiudere la partita di Kyoto.

Gli africani invece rilanciano e chiedono anche che siano resi operativi i presto dimenticati accordi di Cancun, non mollano sul secondo periodo di impegni del Protocollo Kyoto,inoltre chiedono la riduzioni delle emissioni per le "non-Kyoto Parties", considerate centrali per il successo della conferenza di Durban. L'Agn ha detto che «In termini di mitigazione , i Paesi sviluppati sono chiamati ad assumersi impegni di mitigazione ambiziosi di almeno il 40% per il 2013-2017 e a ridurre le loro emissioni di almeno il 95% entro il 2050, rispetto ai livelli del 1990. L' adattamento e un processo di concreta implementazione delle attività di adattamento dovrebbe essere al centro dell'accordo, riconoscendo che dovrebbe essere assicurato che dalle esigenze di adattamento e dal loro finanziamento dipendono le ambizioni di riduzione le emissioni di tutte le Part. A Durban prevediamo di definire un quadro ambizioso dell'adattamento, di sviluppare le linee guida e il supporto per i nostri Programmi nazionali di adattamento e di costruire la volontà di creare un meccanismo per compensare le perdite legate ai danni climatici».

Ma con la crisi economica-finanziaria occidentale la questione dei finanziamenti rischia di diventare ancora più ostica. I meeting dell'Agn hanno cercato di portare l'attenzione sull''opportunità di un quadro comune per i finanziamenti a breve termine, per fare chiarezza sui finanziamenti a lungo termine e sull'entità dei finanziamenti promessi ai Paesi in via di sviluppo, così come sull'operatività del Green Climate Fund e sul Finance Committee concordati a Cancun e che sembrano usciti dall'orizzonte della politica internazionale.

L'Africa è in attesa di un miglioramento significativo dei fondi promessi dai Paesi sviluppati per aiutare I Paesi in via di sviluppo ad affrontare le sfide del cambiamento climatico», ha ricordato l'Agn che terrà il suo prossimo meeting a Panama, immediatamente dopo i negoziati climatici dell'Onu che cominceranno il primo ottobre.

Alla riunione dell'Agn, organizzata a dal Dea del Sudafrica, sono attese 200 persone, compresi i rappresentati di Algeria, Angola, Botswana, Benin, Burundi, Burkina Faso, Ciad, Costa d'Avorio, Congo, Repubblica democratica del Congo, Egitto. Etiopia, Gabon, Ghana, Guinea Conakry, Lesotho, Liberia, Kenya, Malawi, Mali, Madagascar, Mauritius, Mozambici, Namibia, Nigeria, Rwanda, Sao Tome, Senegal, Sudafrica, Sudan, Swaziland, Tanzania, Togo, Uganda, Zimbabwe e Zambia.

Fonte www.greenreport.it


martedì 9 agosto 2011

Solar Power in Africa-22-25 August 2011, Hotel Holiday in, Landton,South Africa

Understanding the potential of Solar power to deliver Africa’s next generation of clean energy

Solar Power in Africa is in the forefront as a solution to dwindling coal based electricity supply

An estimated 1.5 billion people in developing countries have no access to electricity, with more than 80 per cent of these living in sub-Saharan Africa or South Asia. In South Africa over 90% of power comes from burning coal (guardian.co.uk), a number which is set to double over the next 25 years. Coal resources are being exhausted, and will not be able to meet this capacity, making it alarmingly clear that there is a need for inexpensive, low-carbon ways to improve access to electricity in the developing world. Governments and leadership across Africa are fast realizing that the solution does not lie in costly grid expansion but rather in affordable, renewable and readily available sources of power. Solar energy is a leading solution to the global energy crisis. The Earth receives more solar energy in one hour than the world population consumes in an entire year.(environmental- expert.com). It is these facts that make it very clear that the solution to the uncertain future of power is natural energy from the sun.

lunedì 8 agosto 2011

Perche' e' importante la gara in Sudafrica per le energie rinnovabili- da Associazione Internazionale Italia-Africa

Un commento a questa gara del governo sudafricano per oltre 3.000 MW di energie rinnovabili.

Questa gara e’ degna di attenzione per piu’ di un motivo. Innanzi tutto e’ una parte di un piano predisposto dal governo sudafricano per raddoppiare la potenza installata per la produzione di energia elettrica entro il 2030. Il paese e’molto piu’ ricco del resto dell’ Africa e negli ultimi tempi viene aggiunto al cosiddetto gruppo dei principali paesi emergenti Bric (Brasile, Russia, India, Cina) che divengono dunque Brics e fa parte del G-20, che comincia ad aumentare la propria importanza nelle decisioni globali.

Nonostante questo nel paese l’ energia elettrica e’ molto insufficiente e la produzione con tutte le attivita’ economiche risentono di questo deficit.

- Quindi in questo caso lo sviluppo delle rinnovabili e’ utile non a sostituire fonti che emettono anidride carbonica o inquinano ma a produrre nuova energia. Questo rafforza un mio convincimento, cioe’ che uno dei motivi principali che devono spingere allo sviluppo delle rinnovabili debba essere il deficit di energia di gran parte del mondo, problema che le fonti tradizionali non possono risolvere perche’ insufficienti quantitativamente non solo perche’ inquinanti.

- Le dimensioni di questa gara sono importanti. Per quanto riguarda il fotovoltaico si vuole installare 1.450 MW in tre anni; al 2010 nel mondo la potenza cumulata installata era di 39 GW (39.000 MW) di cui 17 GW in Germania. Negli Stati Uniti la potenza installata cumulata e’ solo 3.000 MW , nel primo trimestre 2011 sono stati realizzati 250 MW e sono stati considerati un successo.

- Il piano prevede oltre a 10.000 MW di potenza di energie rinnovabili, 11.000 MW da centrali nucleari, questo obiettivo e’ stato fissato prima del disastro giapponese, ma gia’ a marzo 2011 nel documento di 80 pagine che illustra il programma era scritto che i prezzi del nucleare stanno lievitando. Al momento non so se la battuta d’arresto del nucleare nel mondo dopo Fukuchima (da scrivere esattamente) avra’ ripercussioni anche in questo paese pero’ sono sicuro che cambieranno le proporzioni tra la potenza prevista da rinnovabili e la potenza prevista da nucleare,potenza che in questo momento si equivale, 11.600 MW da nucleare contro 10.000 MW da rinnovabili.

- L’ Italia, in questi giorni nella tempesta ma da tempo in stagnazione economica, potrebbe avere un aiuto dallo sviluppo delle rinnovabili. G.Silvestrini ha ipotizzato che negli ultimi anni questo settore sia stato il 2-3% del PIL. Nel fotovoltaico l’ 8 di agosto 2011 erano registrati 9.100 MW di potenza installata (negli USA sono 3.000 MW), e’ vero che la quasi totalita’ dei moduli e celle di questi impianti e’ importata ma esiste un settore produttivo italiano e alle moltissime installazioni hanno lavorato migliaia di italiani, espressione di figure professionali diverse. Quindi c’e’una notevole esperienza italiana nel settore, superiore almeno quantitativamente a quasi tutti i paesi del mondo.

-La missione della Confindustria in SudAfrica nel mese di settembre e’ importante ma riguarda solo le imprese produttive, sarebbe importante che contatti con le istituzioni sudafricane fossero stabiliti anche dalle Associazioni dei professionisti e lavoratori operanti nel settore ,dalle Universita’ e dalle istituzioni pubbliche italiane.

Associazione Internazionale Italia-Africa
Roma

Rinnovabili,fotovoltaico-Enel Distribuzione impugna al Tar il decreto Romani

Rinnovabili: Enel Distribuzione impugna al Tar decreto Romani

Finora presentati oltre 100 ricorsi. Udienza 23/2 Roma, 08 ago - Enel Distribuzione ha impugnato al Tar del Lazio il cosiddetto 'decreto Romani', vale a dire il provvedimento con cui i ministeri dello Sviluppo economico e dell'Ambiente hanno definito la nuova disciplina degli incentivi per impianti fotovoltaici. Finora, come apprende Radiocor, sono oltre cento le aziende che hanno presentato ricorso al Tar contro il decreto sul Quarto conto energia approvato lo scorso 5 maggio dal Consiglio dei ministri. La camera di consiglio per la discussione dei ricorsi con cui alcune delle aziende chiedevano la sospensione del decreto era stata fissata per giovedi' scorso davanti alla Terza sezione ter del Tar del Lazio. D'accordo con le parti, il presidente della sezione, Giuseppe Daniele, anche tenuto conto della complessita' delle questioni da trattare, ha ritenuto opportuno rinviare la discussione direttamente al merito, fissando al 23 febbraio la prima udienza in cui saranno prese in esame parte delle istanze. Alla fine di agosto sara' definito anche il calendario delle altre udienze di merito. Intanto, le aziende possono gia' registrare un punto a loro vantaggio. I giudici del Tar hanno accolto una delle contestazioni avanzate da un fondo internazionale difeso dagli avvocati Angelo Clarizia e Germana Cassar. Il fondo, che ha investito in quattro serre fotovoltaiche nel nostro Paese attraverso le societa' Sardegna Agrienergia, aveva ottenuto l'autorizzazione alla realizzazione degli impianti in base alla normativa del Terzo conto energia e contestava il requisito costruttivo di idoneita' funzionale delle serre previsto dal nuovo decreto. Il Tar ha quindi sospeso con ordinanza questa parte del decreto ritenendo che "tale previsione appare ingannevole e lesiva degli interessi di parte ricorrente per gli aspetti connessi al finanziamento dell'opera".

Fonte www.corriere.it

domenica 7 agosto 2011

Il Governo Sudafricano annuncia la gara di un lotto per lo sviluppo delle energie rinnovabili

Il governo Sudafricano ha emanato formalmente l'atteso lancio della procedura per la fornitura di nuova capacità di generazione in energie rinnovabili.

Con una inserzione pubblicitaria sui quotidiani sudafricani di Sabato 30 luglio, il DoE, Ministero per l'Energia (Department of Energy), ha invitato gli operatori del settore a presentare proposte per il finanziamento, la costruzione, la gestione e la manutenzione di impianti per la produzione di energia alternativa con tecnologia eolica, solare (termica e fotovoltaica), a biomassa, a biogas, da rifiuti e da piccoli impianti idroelettrici.

La normativa per la presentazione delle proposte (RfP, Request for Proposal) sara' disponibile per il downloading dalle 12:00 di mercoledi' 3 agosto sul sito del DoE.
Un briefieng obbligatorio per i partecipanti alla gara e' previsto per mercoledi', 14 settembre 2011.

Per poter accedere ai moduli per la gara, gli interessati dovranno completare un modulo di registrazione disponibile sul sito www.ipp.renewables.co.za (non ancora operativo) ed effettuare un pagamento, non rimborsabile, di R 15.000.
Inoltre, il DoE ha gia' indicato che le offerte dovranno essere accompagnate da una garanzia di R 100.000 per ogni megawatt di capacita' istallata proposta.

Ai vincitori della gara sara' richiesto di impegnarsi attraverso due contratti: uno con il Ministero per l'Energia (DoE) ed uno con l’ “acquirente unico” dell’energia, che, con tutta probabilita', sara' una sezione della Eskom, azienda di stato per l’energia elettrica.

Per il processo di selezione, sembra che il DoE sia orientato ad operare su 2 momenti, il secondo dei quali relativo al fattore prezzo.

Altri criteri di selezione includerebbero la fattibilita' tecnica, la possibilita’ di connessione alla rete di trasmissione, la compatibilita’ ambientale, il coinvolgimento economico nel progetto di aziende di proprieta' di persone facenti parte della popolazione precedentemente svantaggiata, lo sviluppo delle comunita' piu' svantaggiate e proposte di sviluppo economico e produttivo.

Fonte http://corrente.gse.it
Associazione Internazionale Italia-Africa

mercoledì 3 agosto 2011

Perche' dobbiamo dire, com'e' nella realta', che il fotovoltaico italiano lavora ancora, per il momento, in misura notevole

Il settore fotovoltaico per il momento continua a lavorare in Italia a ritmi molto sostenuti.

Le imprese del settore per il caos normativo dei primi mesi 2011 hanno perso in qualche caso molti soldi per investimenti fatti in progetti di crescita che poi ,cambiata la legge prevista fino al 2013, sono saltati e lamentano ora una diffidenza delle banche e investitori a dare credito ai progetti, tuttavia la crescita italiana e' sempre forte e

questo va detto, visto che il caos dell' ultimo anno c'e' stato anche perche' le dimensioni dello sviluppo non erano chiare neanche ai legislatori e alle associazioni delle imprese.

cosi' i primi hanno fissato, non contestati da nessuno, un obiettivo al 2020,8 Gw, raggiunto gia' a luglio 2011 , mentre le associazioni di categoria sono rimaste sorprese dai 7.000 MW installati al 2010 (anche se probabilmente in realta' molti lavori sono terminati nel 2011), dato che avevano inizialmente messo in dubbio citando le cifre delle vendite del materiale.

Nell' Italia in gravissima difficolta' il settore fotovoltaico, che crescera' nel mondo in misura ancora imprevedibile ma sicuramente grande, e' piu' avanti di quasi tutti i paesi delle nostre dimensioni economiche ed e' sbagliato paragonarci solo alla Germania per evidenziare una nostra presunta arretratezza; la Germania ha installato quasi la meta' di quanto e' stato installato in tutto il mondo ed ha nel suo territorio la maggior parte delle imprese mondiali del fotovoltaico. Il settore italiano attualmente esistente deve essere valorizzato e ci sono spazi enormi per farlo crescere.

Dati fotovoltaico a fine luglio,inizio agosto - Nel 2011 gia' 2,1 GW, nel 2010 2 GW solo a fine dicembre

Il 3 Agosto 2011 il contatore sul sito del Gse che aggiorna in tempo reale il numero di impianti e la potenza totale installata con i quattro successivi conti energia segnava per il I° C.E. 164 MW, per il II° C.E. 6.530 MW, per il III° C.E. 1.450 MW e per il IV° C.E. 701 MW. Il totale e’ 8.855 MW.

Nel 2011 con il terzo e quarto conto energia e’ stato installato un totale di 2.150 MW.
Nell’ anno record, per ora, 2010 i 2 GW (1 GW equivale a 1.000 MW) sono stati registrati solo a fine dicembre, anche se il totale installato nell’ anno e’ arrivato alla fine a piu’ di 5.000 MW (di questi 2.500 MW sono stati poi allacciati alla rete nel 2011 ed hanno usufruito della legge 129/2010).

Quindi possiamo dire che finora nel 2011 il fotovoltaico italiano ha lavorato ancora ad un ritmo eccezionale nonostante il vuoto normativo nei mesi di marzo e aprile quando ancora non era stato formulato il quarto conto energia in vigore dal 1 giugno 2011.
Con quest’ultima legge e’ stato fissato un limite indicativo di 23.000 MW a fine 2016, mentre il precedente c.e. ,varato a agosto 2010, aveva previsto 8.000 MW al 2020, traguardo gia’ raggiunto in meno di un anno.
Si conferma dunque che la crescita del fotovoltaico polverizza ogni previsione ed anche il traguardo di 23.000 MW a fine 2016 si rivelera’ sottostimato visto che 8.550 MW sono stati gia’ installati e grandi impianti per una potenza totale di 6.000 MW hanno fatto domanda per gli incentivi del 2011, anche se ancora non sono stati ultimati.
A livello mondiale quest’ anno si e’ verificata una leggera frenata delle nuove installazioni in conseguenza al rallentamento della Germania che a fine 2010 aveva installato ben 17 GW dei meno di 40 GW di potenza cumulata installata in tutto il mondo. Questo ha ancora accentuato la discesa dei prezzi degli impianti che nel solo 2011 sono calati per quanto riguarda i moduli del 25 %. Negli ultimi 3-4 anni in Italia il costo medio di 1 kw era gia’ passato da 7.000 euro a circa 3.200.

martedì 2 agosto 2011

Nanni Salio - Energia e modelli si sviluppo 1° parte

Questo articolo è stato scritto nel 2009, per un libro non ancora pubblicato, molto prima della catastrofe di Fukushima. Lo riproponiamo tale e quale perché a nostro parere contiene già le risposte a tutti i principali interrogativi posti dall’insieme di crisi che caratterizzano l’attuale fase della storia umana. Inoltre nel 1990, con il film Sogni, Akira Kurosawa fu tristemente profetico.

Siamo in presenza di una crisi energetica permanente, destinata a protrarsi e aggravarsi nel tempo, di cui facciamo fatica a percepire la gravità. Continuiamo a danzare allegramente sul Titanic che affonda, convinti che la questione verrà comunque risolta dalla nostra straordinaria creatività scientifica. Ci siamo abituati a usare l’energia, soprattutto il petrolio e il gas, come se fosse qualcosa di perennemente disponibile, abbondante e a basso costo. Improvvisamente ci troviamo di fronte al venir meno di queste fonti e pensiamo che gli allarmi siano ingiustificati, frutto solo della speculazione, o di errori di valutazione per eccesso di prudenza. Ma ora le cose sono diverse rispetto alla crisi del 1973. La situazione si è enormemente complicata per un insieme di vari fattori: 1. stiamo raggiungendo, o abbiamo già raggiunto, il “picco di produzione geofisica del petrolio”, ovvero la massima capacità produttiva e d’ora in poi crescerà il divario tra domanda, crescente, e offerta, calante. (su questo tema, ignorato sino a poco tempo fa dalla grande stampa, si veda il sito www.aspoitalia.net). Dapprima questo avverrà lentamente, ma poi sempre più rapidamente; 2. l’intenso uso dei combustibili fossili, carbone compreso, ha provocato una crescita di concentrazione di gas serra che, continuando con questo andamento, potrebbe raggiungere un punto di non ritorno che innescherebbe un cambiamento climatico globale con conseguenze imprevedibili ma sicuramente catastrofiche; 3. la crescita della domanda di energia, soprattutto petrolio e gas, da parte dei paesi emergenti (Cina e India) le cui economie crescono con tassi a due cifre sta creando una situazione di tensione nelle relazioni internazionali che facilmente sfocia in guerre per il controllo delle risorse e può degenerare in una guerra su larga scala. D’altro canto, mentre una minoranza del 20-25% dell’umanità dispone dell’80-85% delle risorse energetiche, gli altri tre quarti vivono in condizioni inaccettabili e hanno diritto a una crescita: loro devono crescere, noi dobbiamo decrescere e dimagrire.

Energia o potenza?

Precisiamo subito che per capire bene i termini della questione, dovremmo parlare soprattutto di potenza (flusso di energia nel tempo) più che di energia. Mentre l’energia si misura in joule, la potenza è il rapporto tra joule e secondi e si misura in watt o con i suoi multipli, il kW, pari a mille watt. La potenza delle lampade che usiamo nelle nostre abitazioni varia da poche decine di watt a un centinaio, mentre quella di un’automobile è dell’ordine di qualche kW. Il metabolismo del nostro corpo richiede una potenza di circa 100 W per nutrirci e mantenerci in vita.

Ma la potenza che le società industriali utilizzano varia da un paese all’altro, con disparità notevoli che vanno dai 10 kW pro capite degli USA ai 5-6 dell’UE a 1-2 della Cina a 1 per l’India per un totale di circa 1013 W a livello planetario.

potenza pro-capite

Stati Uniti 10 kW
Unione Europea 4-6 kW
Italia 5-6 kW
Cina 1-2 kW
India 1 kW
Mondo 1,6 kW
Paesi più poveri 0,1-0,5 kW

Queste differenze che nei casi estremi giungono quasi a un fattore cento, si possono considerare una conseguenza dei diversi modelli di sviluppo adottati esplicitamente o implicitamente dai vari paesi, come si può vedere dallo schema di fig. 2.

MDS ENERGIA/POTENZA
ILLIMITATO/10 kW
SOSTENIBILE/2 kW
SEMPLICITA’ VOLONTARIA/1 kW
SUSSISTENZA/ 0,1-0,5 kW
MATTATOIO MONDIALE/ meno di 0,1 kW

Fig.2 Correlazione tra modelli di sviluppo e potenza energetica pro capite

Poiché si può ipotizzare una correlazione tra modelli di sviluppo e modelli di difesa, ne risulta anche uno strettissimo legame tra scelte energetiche e modelli di difesa, come è ampiamente argomentato nella letteratura sull’argomento (Michael Klare, Le guerre del petrolio, www.disinformazione.it/guerrepetrolio.htm . Dello stesso autore: L’impero del petrolio, Internazionale, n. 591, 20 maggio 2005, pp.28-35 e i più recenti articoli: Michael Klare, “Is Energo-Fascism in Your Future? The Global Energy Race and Its Consequences” (Part 1), www.truthout.org_2006/011507H.shtml “Petro-Power and the Nuclear Renaissance: Two Faces of an Emerging Energo-Fascism” (Part 2), www.truthout.org/docs_2006/printer_o11707G.shtml dei quali esiste una traduzione parziale con il titolo “Potere nero”, in Internazionale, n. 679, 9/15 febbraio 2007, pp.22-27. Si veda infine: Jonathan Nitzan e Shimshon Bichler, Capitalismo e guerra, www.resistenze.org/sito/os/ec/osec6n22.htm articolo originale all’indirizzo:

www.globalresearch.ca/index.php?context=viewArticle&code=%20NI20061116&articleId=3890).

La dottrina militare USA non fa mistero della necessità di controllare le aree strategiche di produzione del petrolio, ovunque nel mondo, dall’America Latina all’Africa al Medio Oriente. Si può ben dire che gran parte delle guerre contemporanee sono, almeno in prima ma buona approssimazione, “guerre per il petrolio”.

La storia della rivoluzione industriale è sostanzialmente una storia di successive rivoluzioni e innovazioni energetiche: dal carbone all’elettricità, dal petrolio al nucleare, sino a quella tuttora in corso dal nucleare e dai fossili al solare. E’ la straordinaria potenza messa a disposizione dalle fonti energetiche, soprattutto fossili, che ha permesso la crescita esponenziale della popolazione umana, del prodotto globale lordo e dei consumi pro capite, provocando di conseguenza una crescita esponenziale dell’impatto sul pianeta, che si può rappresentare con il modello proposto sin dal 1973 da Barry Commoner, Paul Ehlrich e John Holdren mediante la relazione funzionale I = P x A x T (Per approfondire questo tema, vedi: Pietro Greco e Antonio Pollio Salimbeni, Lo sviluppo insostenibile, Il Saggiatore, Milano 2003).

Secondo questo modello, l’impatto I sul pianeta dipende da tre variabili fondamentali: la popolazione P, lo stile di vita A, ovvero i consumi pro capite, e il fattore tecnologico T. Tale relazione può essere ulteriormente sintetizzata, con discreta approssimazione, in due sole variabili: I = P x E, dove E indica i consumi energetici pro capite.

Per stabilire quanto vale I, si possono utilizzare vari indicatori ambientali, il più noto e diffuso dei quali è l’impronta ecologica, definita come “uno strumento di calcolo che ci permette di stimare il consumo di risorse e la richiesta di assimilazione di rifiuti da parte di una determinata popolazione umana o di una certa economia e di esprimere queste grandezze in termini di superficie di territorio produttivo corrispondente” (Mathis Wackernagel e William E. Rees, L’impronta ecologica, Edizioni Ambiente, Milano 2000, pag.3). Si stima che l’attuale impronta ecologica totale dell’umanità superi del 20% il territorio realmente disponibile. Stiamo quindi intaccando il capitale naturale non rinnovabile e stando alle previsioni del WWF, questa tendenza potrebbe culminare nel 2050 con un’impronta che supererà di quattro volte quella totalmente disponibile. In altre parole, a quella data occorrerebbero quattro pianeti per far fronte alle esigenze dell’umanità (Vedi il rapporto annuale del WWF, Living Planet, www.assets.panda.org/downloads/living_planet_report.pdf ).

Impronta ecologica
(in ettari pro capite)

USA 10
Germania 4,5
Italia 3,8
Cina 1,8
India 0,7

Come si vede dalla tabella, anche i valori dell’impronta ecologica confermano la correlazione già evidenziata tra modelli di sviluppo e potenza energetica. Colpisce inoltre il fatto che i dati numerici dell’impronta e della potenza siano all’incirca gli stessi, sebbene espressi in unità di misura diverse.

Un altro indicatore è quello delle emissioni pro-capite di gas serra. Anche in questo caso, come si vede dai dati riportati in tabella, è evidente l’enorme disparità tra ricchi e poveri.

emissioni pro-capite di gas serra (in tonnellate equivalenti di CO2)

Stati Uniti 23,7
Unione Europea 11
Italia 9,8
Cina 3,2
India 1,2
Mondo 4,5
Paesi poveri meno di-0,5

(Fonte: Vincenzo Ferrara, “La dimensione etica dei cambiamenti climatici”, Energia, ambiente e innovazione, 3/2006, pp. 40-47.)

Usi finali
Nell’analisi della questione energetica si distinguono due scuole di pensiero principali. Secondo la prima occorre puntare sulle fonti energetiche, aumentando l’offerta e scoprendo nuove fonti. La seconda scuola sostiene invece che bisogna interrogarsi su quali sono gli usi finali e vedere come soddisfarli nel modo più efficiente. Negli usi finali, abbiamo bisogno soprattutto delle seguenti tipologie di energia: elettricità, che al momento è intorno al 15% del totale finale nei paesi industrializzati, calore a bassa temperatura (per riscaldamento e usi domestici), che costituisce circa il 30% degli usi finali; energia meccanica per i trasporti, un altrettanto 30%, e la parte restante calore a media e alta temperatura prevalentemente per produzione industriale.

Fonte www.serenoregis.org

lunedì 1 agosto 2011

26-29 Settembre, Confindustria promuove in Sudafrica il settore italiano delle energie rinnovabili

SUDAFRICA: Missione del Settore Energie Rinnovabili (26-29 Settembre 2011)

Corrente GSE informa che Confindustria e l’Ufficio Economico del Consolato Generale del Sudafrica a Milano organizzano, dal 26 al 29 Settembre 2011, la Missione economica del settore delle Energie Rinnovabili in Sudafrica, in collaborazione con l’Ambasciata italiana a Pretoria, l’ufficio ICE di Johannesburg e gli uffici governativi centrali e locali Sudafricani per la promozione degli investimenti.
L’iniziativa nasce dall’interesse dimostrato dagli operatori italiani del settore verso la nascente industria delle rinnovabili in Sudafrica, a seguito di varie attività svolte dai rispettivi uffici.

Il “White Paper” sulle energie rinnovabili ha stabilito un target di 10,000 GWh di energia da produrre con fonti rinnovabili (eolico, solare, fotovoltaico, biomassa, e mini-idro) entro il 2013 ed il nuovo Integrated Resource Plan (IRP), approvato dal Ministero dell’Energia (DoE) il 6 Maggio 2011, prevede un mix energetico che promuove lo sviluppo del settore e l’uso efficiente delle vaste risorse del paese nelle energie rinnovabili. A dicembre 2011 il paese ospiterà a Durban la conferenza ONU sui cambiamenti climatici. L’attenzione del paese verso questo settore è pertanto molto alta.

La missione si svolgerà nelle due tappe di Johannesburg ed East London, nella provincia dell’Eastern Cape, la seconda più grande del Sudafrica, e avrà come obiettivo l’individuazione di opportunità di sviluppo e investimento nell’ambito delle energie rinnovabili consentendo alle imprese italiane di conoscere in maniera approfondita il mercato locale, la legislazione in merito all’installazione di impianti ed il conto energia.

I partecipanti avranno altresì modo di stabilire contatti con i rappresentanti chiave del settore in Sudafrica, visitare impianti produttivi ed incontrare potenziali partner per avviare collaborazioni per l’installazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile, domestica o industriale.

LA MISSIONE

La missione è rivolta a tutte le imprese del settore rinnovabili in rappresentanza dei comparti componentistica, tecnologia e design.
Su entrambe le tappe sono previsti incontri bilaterali tra le imprese sudafricane e italiane che ne faranno espressa richiesta, i cui profili saranno previamente valutati dal Ministero del Commercio Sudafricano (the DTI) e dall’Uffico Economico del Sudafrica a Milano che contribuiranno all’organizzazione degli appuntamenti.

IL PROGRAMMA

Il programma prevede l’inizio dei lavori a Johannesburg il pomeriggio di Lunedì 26 Settembre attraverso un incontro conoscitivo con gli organismi e le Autorità locali del settore energetico in cui verrà presentato il settore italiano delle energie rinnovabili e verranno introdotte le imprese italiane presenti in delegazione.
Martedì 27 Settembre sarà dedicato al workshop nazionale con presentazioni da parte delle principali autorità sudafricane del settore seguite da incontri bilaterali.
Mercoledì 28 Settembre ci sarà la visita in giornata alla zona industriale di East London in cui si visiteranno degli impianti produttivi di energia rinnovabile e si svolgeranno degli incontri bilaterali.
La partenza per l’Italia è prevista la sera del giovedì 29 Settembre, a seconda dei voli intercontinentali opzionati.


MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE ALLA MISSIONE

Per partecipare alla missione occorre compilare, in tutte le sue parti, la scheda di adesione in inglese entro Mercoledì 27 Luglio ed inviarla a corrente@gse.it.

Si comunica che:
· le imprese che presenteranno schede di adesione incomplete o in data successiva al termine stabilito,potrebbero non essere incluse;
· qualora il profilo dell’azienda iscritta dovesse presentare criticità relative al mercato, sarà cura degli organizzatori darne comunicazione.


ORGANIZZAZIONE E LOGISTICA

La partecipazione alla missione è gratuita e le spese di viaggio e pernottamento saranno a carico di ciascun partecipante.

Le informazioni di carattere logistico, voli e hotel, verranno comunicate nei prossimi giorni.

VISTO DI INGRESSO

Non è necessario un visto di ingresso. Il passaporto deve avere una validità di almeno 6 mesi e deve avere pagine libere per l’appicazione del timbro.