giovedì 28 aprile 2011

Liberazione - Cosi' impediremo lo scippo del Referendum

Quello che segue e' la prima parte dell' editoriale di Liberazione di venerdi' 29 aprile.

Così impediremo lo scippo dei referendum
Tommaso Sodano

Ipocrisia, furbizia e indecenza sono le espressioni che vengono alla mente dopo le ultime iniziative del Governo e le dichiarazioni di Berlusconi sul nucleare e sui Referendum.
Mercoledì della scorsa settimana il Senato ha approvato un emendamento del Governo, all’interno del decreto legge “Omnibus”, con l’obiettivo dichiarato di evitare il referendum sul nucleare. Ora il testo deve essere approvato dalla Camera (senza modifiche, altrimenti tornerebbe al Senato) e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Solo a quel punto l’Ufficio centrale sui Referendum della Cassazione dovrà decidere se i quesiti referendari sono stati assorbiti o meno dalle modifiche legislative. La scadenza del decreto è il 30 maggio e quindi, anche considerando una corsia preferenziale al testo, ragionevolmente si avrà la certezza sullo svolgimento del Referendum a fine maggio, primi di giugno, dunque a pochissimi giorni dal voto.
Ma il testo dell’emendamento non è chiaro e la partita Referendum è tutta da giocare. Del resto, a dirimere i dubbi sulla effettiva volontà e strategia del Governo ci ha pensato lo stesso Berlusconi, nel corso del vertice italo-francese, dichiarando che «la decisione di una moratoria sul nucleare è stata presa anche per permettere all’opinione pubblica di tranquillizzarsi : un referendum ora porterebbe ad uno stop per anni del nucleare in Italia».
Dunque, sondaggi alla mano, si vuole evitare l’espressione popolare sabotando i Referendum. Berlusconi ha detto testualmente che «se andassimo oggi a quel referendum, il nucleare in Italia non sarebbe possibile per molti anni a venire. Il governo quindi, responsabilmente, ha ritenuto di introdurre questa moratoria per far sì che si chiarisca la situazione giapponese e magari, dopo un anno o due, si possa ritornare ad avere un’opinione pubblica consapevole della necessità di tornare all’energia nucleare»: un vero attacco alla democrazia e alla libera espressione della volontà popolare, a cui strumentalmente si rifà spesso il Cavaliere.
Davanti a tale arroganza e spregio delle regole democratiche bisogna mantenere alta l’attenzione e continuare la campagna referendaria, intrecciandola con le elezioni amministrative per chiedere con forza il mantenimento dei quesiti referendari non essendo stato assorbito, nel testo approvato, lo spirito di quei quesiti: un no netto e chiaro al ritorno del nucleare nel nostro Paese.

Fonte www.liberazione.it

mercoledì 27 aprile 2011

Digiuno contro la guerra e il nucleare promosso dal Movimento Nonviolento, partecipo aggiungendo alcune riflessioni e proposte mie

Il 25 marzo 2011 Il Movimento Nonviolento annunciava con un comunicato stampa un digiuno contro la guerra e il nucleare . La versione integrale del comunicato si puo’ leggere nelle news del 25 marzo di www.nonviolenti.org .Di seguito ne riporto alcuni stralci:

Digiuno: un’ azione nonviolenta per Libia e Giappone, militare e nucleare.

Il Movimento Nonviolento attua e propone un’ azione nonviolenta per opporsi alla guerra e al nucleare. Un digiuno del cibo e della parola.

Libia e Giappone, militare e nucleare, sono due facce della stessa moneta….

…Noi del Movimento Nonviolento vogliamo iniziare con un’ assunzione di responsabilita’ . Mettiamo in campo un’ iniziativa simbolica, ma concreta. Un digiuno del cibo e della parola, un’ azione semplice ma incisiva – se non altro su noi stessi – per riflettere sulla necessita’ di rifiutare la violenza per scegliere la strada della nonviolenza……

…Iniziamo con un digiuno collettivo di 48 ore, sapendo che la nonviolenza e’ contagiosa e altre azioni nonviolente seguiranno nei giorni successivi. Vogliamo con questo dare l’ avvio ad un nuovo modo di “stare in piazza” e di concepire la politica.

Sappiamo bene che la guerra non si ferma con i digiuni. Vogliamo pero’ richiamare l’ attenzione sulla necessita’ di prevenire la prossima, contrastando eserciti e armi che la renderanno possibile, e lavorando per costruire gli strumenti utili per veri interventi umanitari di pace.

Domenica e lunedi’ 27 e 28 marzo, in molte citta’ (Verona, Trento, Venezia, Ferrara, Livorno, Genova, Brescia, Torino, ecc.) gli amici e le amiche della nonviolenza staranno senza cibo e senza parole per:

- Opporsi alla guerra (e alla sua preparazione)

- Opporsi al nucleare (votare Si al referendum)

- Sostenere i Corpi Civili di Pace (veri strumenti di intervento umanitario)

- Sostenere le energie rinnovabili (sole, vento, acqua sono doni gratuiti della natura)

- Proporre una seria riflessione sulla nonviolenza, che e’ la forza della verita’…….

Al digiuno di 48 ore del cibo e della parola promosso dal Movimento Nonviolento e’ seguito un digiuno collettivo a staffetta che a fine aprile ha coinvolto almeno 120 persone. Io ho partecipato mercoledi’ 13 e mercoledi’ 20 aprile con un digiuno del cibo, per ragioni di lavoro mi era impossibile il digiuno della parola.

Intanto in questo mese sono avvenuti fatti nuovi; il Governo, con l’ appoggio della Confindustria (questa e’ una mia opinione ma la ritengo vera e rilevante), vorrebbe far saltare i Referendum sul nucleare e sulla privatizzazione dell’ acqua, inoltre nelle ultime settimane, come era prevedibile, si e’ accresciuta la tensione e la violenza nel NordAfrica e MedioOriente ed e’ aumentato l’ allarme sul rapporto tra offerta e domanda di petrolio tanto che il prezzo del greggio e’ arrivato a 122$/b per il Brent e 112$/b per il WTI e anche il Fondo Monetario Internazionale, nelle sue ultime analisi sull’ economia mondiale, ha dato per scontato il prossimo picco della produzione petrolifera.

Mi propongo quindi di ripetere ogni mercoledi’ fino al 15 giugno il digiuno del cibo, sostituendo al digiuno della parola, per me impossibile, la lettura di testi di Aldo Capitini, Gandhi e Tolstoi.

Condivido i contenuti proposti dal Movimento Nonviolento ma aggiungo altri due temi di riflessione, in parte piu’ legati all’ immediato ma che ritengo indispensabile porre per dare efficacia ad un’ azione di lungo periodo.

- La partita del Referendum sul nucleare come quello contro la privatizzazione dell’ acqua non si gioca solo il 12 e il 13 giugno, ma e’ gia’ iniziata e forse il conflitto piu’ importante e’ quello attuale per evitare la cancellazione dei quesiti referendari, atto prepotente e autoritario, anche se sara’ giustificato da competenti professionisti del diritto e della comunicazione.

- Vorrei attirare l’ attenzione sull’ intreccio tra: - le rivolte, tensioni, guerre, nel NordAfrica e MedioOriente e - la prossima fine della crescita della produzione del petrolio.

Questo intreccio,la contemporanieta’ di processi di diverso tipo, rende molto piu’ rischiosi i focolai di guerra e violenza che purtroppo sono una presenza abituale nel mondo. In questo momento questi drammi ,dolorosissimi ma limitati, rischiano di provocare tragedie di dimensioni molto piu’ grandi, coinvolgendo tutto il mondo nella spirale di violenza, morte e distruzione.

Inoltre rivolgo l’ invito a impegnarsi in questa azione di diguno anche ai non persuasi della cultura e della prassi della nonviolenza che condividono questi obiettivi e vogliono, anche se solo in questa occasione, partecipare all’ azione nonviolenta.

Cerchero’ di fare conoscere queste mie proposte alle persone che frequento, a quelle che sento telefonicamente o via internet. Arrivero’ quindi a poche decine di amici, mi piacerebbe pero’ che questi temi arrivassero e fossero seguiti con continuita' da molte piu’ persone.

Marco

per comunicare l' adesione al digiuno promosso dal Movimento Nonviolento inviare e-mail a azionenonviolenta@sis.it

lunedì 18 aprile 2011

Decreto rinnovabili,Romani,20/4 manifestazione fiom-cgil,fim-cisl,uil.

Nei prossimi giorni il Quarto Conto Energia dovrebbe prendere finalmente una fisionomia più definita in vista della Conferenza Stato-Regioni di mercoledì 20 aprile. In concomitanza dell'importante appuntamento è prevista una grande manifestazione dei lavoratori del fv e dei sindacati Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil Nazionali

Mercoledì 20 aprile sciopero nazionale del fv
Sono giorni cruciali per il fotovoltaico: già oggi il Governo dovrebbe presentare alle Regioni, in un incontro tecnico, la bozza del decreto attuativo con il nuovo regime di incentivazione al fv che, stando a quanto previsto dal dlg rinnovabili, sostituirà a partire dal 1 giugno il Terzo Conto Energia. Il provvedimento dovrebbe poi essere discusso, e forse approvato, alla Conferenza Stato-Regioni di mercoledì 20 aprile. Nella stessa giornata è prevista anche una grande mobilitazione del fv e del mondo delle rinnovabili.

SOS Rinnovabili ha organizzato un sit-in di protesta in concomitanza con la Conferenza, a partire dalle ore 15 a piazza Montecitorio, a Roma. Ma le manifestazioni si susseguiranno dalla mattina con lo sciopero nazionale dell’intero comparto del fotovoltaico e delle aziende collegate con il settore delle energie rinnovabili, indetto dai sindacati Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil Nazionali: l'evento clou sarà la manifestazione nazionale a Roma davanti al ministero dello Sviluppo Economico (in via Molise, ore 11). In queste ore decisive si registra inoltre la grande mobilitazione delle 194 imprese venete riunite nella Rete imprese venete per il solare (Rives), capitanate da Domenico Sartore, ad di Solon, azienda che nei giorni scorsi ha annunciato il blocco delle attività nel caso in cui il nuovo regime di incentivazione al fv non sia definito in tempi brevi. Rives si è fatta tra l'altro promotrice di un incontro tra i presidenti di tutte le associazioni del settore per ritrovare una posizione comune che dia forza alle richieste del comparto. (f.n.)

domenica 17 aprile 2011

Rinnovabili-Fotovoltaico,Decreto Romani, 20 aprile sit-in di protesta davanti a Montecitorio

Il 20 Aprile 2011 alla Conferenza Unificata Stato-Regioni si discutera'anche, cosi' hanno detto il sottosegretario Saglia e il Governatore della Regione Emilia-Romagna Errani, del nuovo conto energia per gli impianti fotovoltaici. Con il Decreto Romani il conto energia ,votato a luglio 2010, valido fino al 31 dicembre 2013,e' sospeso dal 1 giugno 2011 e gli impianti allacciati alla rete da quella data saranno incentivati da un nuovo conto energia non ancora varato.
Nello stesso giorno 20 aprile si terra' adavanti alla camera dei Deputati un sit-in di protesta contro il Decreto Romani e molto critico anche verso le anticipazioni sul nuovo conto energia che sono apparse sulla stampa. Sembra che la nuova legge non sia piaciuta neanche al Gifi, l' Associazione delle imprese fotovoltaiche di Confindustria, nonostante riprenda molte sue proposte. Altre Associazioni, Assosolare, Cna, Aper, criticano invece preventivamente aspetti fondamentali della nuova legge che probabilmente sara' varata entro il fine aprile.
Da ricordare che una mozione parlamentare firmata e votata da maggioranza e opposizione impegnava il governo a varare il nuovo conto energia entro la prima decade di aprile. Quindi governo in ritardo e opposizione in silenzio dopo aver votato insieme ai deputati di Berlusconi.

venerdì 8 aprile 2011

FMI prevede nel futuro grossi problemi per l' offerta di petrolio

L'economia globale deve prepararsi per fronteggiare la «crescente scarsità» di petrolio, che potrebbe provocare impennate di prezzo ancora più frequenti e intense di quelle che abbiamo visto negli ultimi anni. A lanciare l'allarme – mentre le quotazioni del greggio aggiornavano nuovamente i massimi da oltre due anni (il Brent ha chiuso a 122,67 $/barile) – è il Fondo monetario internazionale, in un capitolo del World Economic Outlook che verrà pubblicato la prossima settimana. L'Fmi sembra strizzare l'occhio ai teorici del picco di produzione, affermando di ritenere «improbabile» un ritorno a tassi di crescita annua dell'1,8% per l'output, come nel periodo tra il 1981 e il 2005. Un ritmo più moderato, rassicura il Fondo, non comporterebbe gravi rischi per l'economia: se si scendesse a un +0,8%, ad esempio, il Pil verrebbe rallentato di meno dello 0,25% nel medio-lungo termine. Tuttavia, non bisogna abbassare la guardia. «Sarà sempre più difficile distinguere tra un inatteso accentuarsi della scarsità di petrolio e choc temporanei dell'offerta, di tipo più tradizionale».

Fonte www.sole24ore.com

mercoledì 6 aprile 2011

Fotovoltaico.le proposte della associazioni delle rinnovabili per il nuovo,quarto,conto energia.

Le proposte per un nuovo conto energia
Le associazioni di categoria del fotovoltaico propongono il loro nuovo conto energia. Meccanismi che in parte si assomigliano e in diversi punti si discostano sensibilmente. Saranno presentate presto al Ministero dello Sviluppo Economico che intanto domani illustrerà la sua bozza di decreto alle Regioni.
Leonardo Berlen
06 aprile 2011

Proposte di un nuovo conto energia che in parte si assomigliano e in diversi punti si discostano sensibilmente. Sono quelle che arrivano dalle associazioni di categoria del fotovoltaico e delle rinnovabili che saranno presentate al Ministero dello Sviluppo Economico, che ha comunque già una proposta nel cassetto che non conosciamo nel dettaglio, ma che fa probabilmente riferimento alle indicazioni fornite un paio di settimane fa da Confindustria. Questa bozza verrà presentata domani alle Regioni che dovranno fornire il loro parere, anche se non vincolante, entro la settimana successiva.

Per tornare alle associazioni di settore, ANIE/GIFI, ad esempio, propone di estendere le tariffe del 3° conto energia (quelle del 2° quadrimestre) fino al 30 settembre, mantenendo l’assegnazione delle tariffe in base all’entrata in esercizio. Dal 1° ottobre si intende applicare un decremento mensile che oscillerà intorno all’8-10%/mese.

Per l’associazione dovrebbe partire da ottobre 2011 l’assegnazione della tariffa sulla base di una certificazione di “fine lavori”. Un escamotage – spiegano dal GIFI – che intende esonerare i soggetti responsabili degli impianti dai rischi sull’incertezza delle tempistiche di connessione alla rete.

Poi, a partire dal 2012, ANIE-GIFI propone una riduzione annuale delle tariffe del 5% per impianti fino a 1 MW e del 10% oltre il MW nel primo trimestre e ulteriori riduzioni del 3-4% per i trimestri successivi. Un decremento che dovrebbe proseguire fino al 2016, affiancandoto però ad un meccanismo di autoregolazione che colleghi in maniera inversamente proporzionale le tariffe alla potenza effettivamente installata. Per il 2011 la potenza massima incentivabile è indicata al raggiungimento di un cumulativo di 9,5 GW. Cioè quanto sarà per il 2011? Non si capisce.

In prima approssimazione in queste proposte notiamo diversi punti critici. Nel caso dei decrementi mensili e poi nel 2012 di riduzioni trimestrali, la loro rapida frequenza difficilmente consentirà di capire quale potrebbe essere l’esatta tariffa cui si avrà diritto, visto che non sarà facile determinare il mese in cui sarà completato l’impianto. Notevoli pressioni anche per l’autorità di controllo che dovrà verificare, immaginiamo a campione, il ‘fine lavori’ (ma questo è un punto che si ripete in tutte le proposte delle associazioni). E poi perché un cap annuale, anche se questo diventa di 3 GW nel 2012? Un limite annuale è sempre una forma di distorsione del mercato che porta a incertezze nella fase prossima al raggiungimento del target. Meglio tagliare di più le tariffe che stabilire un cap annuale. Il sistema immaginato rischia di produrre corse disperatissime e dell’ultima ora per accaparrarsi la tariffa più alta e un rischio di generare un altro “decreto Salva Alcoa”.

Veniamo alle proposte di APER, condivise anche da Asso Energie Future e ISES ITALIA. Tra i principi di base che dovrebbero ispirare il nuovo conto energia secondo le tre associazioni c’è quello della salvaguardia dei progetti che hanno fatto affidamento sui sistemi incentivanti precedenti. Si vorrebbe confermare per l’anno 2011 le tariffe incentivanti previste dal DM 6 agosto 2010 per gli impianti che siano in possesso di titolo abilitativo idoneo alla data di entrata in vigore del D.lgs n. 28/2011, e che raggiungano la “fine lavori certificata” entro il 31/12/2011.

Invece per tutti gli impianti che non rientrano nel regime di salvaguardia descritto, si dovrebbe adottare un sistema incentivante strutturato, in termini di criteri tecnici di riconoscimento degli incentivi analoghi al DM 6 agosto 2010 (3° conto energia) e che contempli i seguenti punti cardine:

•Nessun cap, annuale o cumulato, per tipologia o per taglia.
•Conferma del meccanismo di feed-in premium.
•Gli incentivi saranno assegnati a valle della dichiarazione di “fine lavori certificata” (come sarà definita da apposita comunicazione del GSE che dovrà essere emessa entro e non oltre 1 mese dall’adozione del nuovo sistema incentivante).
•Dal 1° giugno 2011, decremento delle tariffe del 10% rispetto a quelle previste dal DM 6 agosto 2010 per il secondo quadrimestre 2011.
•Gli adeguamenti successivi saranno in funzione del raggiungimento di scaglioni di potenza di 1 GW. Al raggiungimento di ogni scaglione, le tariffe saranno decurtate di un ulteriore 6% a valle di un periodo di grace period di 90 giorni.
•Il GSE dovrà aggiornare e rendere pubblico con cadenza almeno quindicinale un registro degli impianti per cui è stata raggiunta la “fine lavori certificata”.
•Mantenere differenziate le tariffe per impianti su coperture e a terra (privilegiando le coperture).
•Mantenere l’attuale differenziazione per taglie di potenza (privilegiando i piccoli impianti).
•Mantenere il premio per rimozione amianto.
Le proposte di APER sembrano probabilmente più organiche, anche se non si capisce perché insistere nel concetto di “fine lavori certificata”. In effetti non è giusto accedere alle tariffe al momento della connessione se questa ha tempi biblici, ma allo stesso modo non è equo erogare incentivi ad un impianto che non produce.

Assosolare, infine, propone di adottare un sistema incentivante entro e non oltre aprile 2011 (quindi saremmo già fuori tempo massimo) che ricalca in parte quello proposto da Aper per quanto riguardo il cosiddetto regime di salvaguardia. Per tutti gli impianti si propone dal 1° giugno 2011 e per tutto il 2011, un decremento delle tariffe del 5% per gli impianti di taglia superiore a 200 kW rispetto alle tariffe previste dal DM 6 agosto 2010 per il 2011 (quelli da 1 a 200 kW restano gli stessi del terzo conto energia secondo la divisione quadrimestrale).

Dal 1° gennaio 2012, gli incentivi saranno assegnati a valle della dichiarazione di “fine lavori certificata”. Gli adeguamenti delle tariffe a partire dall’anno 2012 e per gli anni successivi saranno in funzione del raggiungimento di scaglioni di potenza, in particolare:

- Riduzioni delle tariffe al 1° Gennaio 2012 (rispetto a dicembre 2011), sia gli “Impianti su edifici” che per gli “Altri impianti”:

•taglia 1-200 kWp: -8%
•taglia superiore ai 200 kWp: -10%
- Riduzioni delle tariffe per i quadrimestri successivi:

•“Impianti su Edifici” di tutte le taglie ed “Altri impianti” di taglia 1-200 kWp: -3% per quadrimestre
• “Altri impianti” di taglia superiore ai 200 kWp: -4% per quadrimestre
Assosolare prevede inoltre una potenza obiettivo per quadrimestre di 1 GW. Un limite superato il quale si applicherebbe un’ulteriore riduzione della tariffa del 2%, a partire dal quadrimestre successivo. Ma in caso di mancato raggiungimento di almeno due terzi dell’obiettivo quadrimestrale non si applicherebbe la riduzione tariffaria prefissata per il quadrimestre successivo.

Un meccanismo, anche questo, un po’ complesso, che soprattutto non taglia da subito in maniera più decisa le tariffe; un segnale che sarebbe importante dare al decisore pubblico per poi rendere più graduale la degressione, già dal gennaio 2012,, evitando così le corse di fino anno che punteranno ad ottenere tariffe più alte dell’8-10%.

In sintesi, sarebbe il caso che l’industria del settore evitasse di andare in ordine sparso così come traspare da queste proposte che testimoniano una certa discordanza di misure. L'obiettivo dovrebbe comunque essere comune: dare al settore una prospettiva di lungo periodo, puntando nel giro dei prossimi 5-6 anni ad escludere ogni forma di incentivazione.

Leonardo Berlen
06 aprile 2011
www.qualenergia.it

lunedì 4 aprile 2011

Fotovoltaico, appello per sospendere il decreto rinnovabili, Romani

Appello per sospendere il decreto "ammazzarinnovabili"

ROMA. Per semplificare la procedura di raccolta firme contro il decreto "ammazzarinnovabili" Sos Rinnovabili ha messo a disposizione sul suo sito una pagina elettronica che permette, con una procedura semplice e legale di tutela della privacy, di sottoscrivere la lettera, e di creare in automatico un database che, dicono gli organizzatori, «Provvederemo a "ribaltare" al ministero dello sviluppo Economico e simili».

Mentre scriviamo alla petizione hanno già aderito quasi 23.000 persone ma Sos rinnovabili ed i promotori puntano a fa «Sottoscrivere la lettera a più soggetti possibili (aziende, operai, lavoratori, semplici cittadini che difendono il bene del nostro paese), con il fine di raggiungere almeno 100.000 firme». Ecco il testo dell'appello:

Sos Rinnovabili, in nome di tutti i cittadini che lottano per un futuro più equo e più sicuro, chiede al Presidente della Repubblica, alla Presidenza del Consiglio dei ministri, a tutti i membri del Parlamento, ai Presidenti Camera e Senato e ai Presidenti di tutte le Regioni di:

sospendere il decreto Romani del 3 marzo 2011 che ha bloccato lo sviluppo delle fonti rinnovabili. Questo decreto varato, senza tener conto di quanto osservato da due rami del parlamento, ha cancellato retroattivamente impegni triennali assunti dal governo solo pochi mesi prima, spingendo le banche a chiudere il rubinetto del credito per le opere in corso, compromettendo la stabilità di oltre 150 mila famiglie e fermando i cittadini che avevano attivato le procedure per installare un impianto fotovoltaico.

Tutto ciò è avvenuto proprio alla vigilia di avvenimenti che sottolineano l'urgenza dello sviluppo di fonti energetiche basate su materie prime che abbiamo in casa: il sole, il vento, l'acqua. Il grave incidente alla centrale di Fukushima e il manifestarsi di concreti rischi di approvvigionamento di gas e petrolio a seguito di eventi non controllabili dal nostro Paese impongono di rivedere il vecchio modello energetico e devono sollecitare un'inversione di rotta anche delle politiche energetiche del governo.

Questo nuovo quadro offre una grande opportunità per le imprese italiane che negli ultimi anni, nonostante l'assenza di una strategia pubblica di largo respiro, sono state protagoniste di una formidabile rimonta che ha riportato il Paese in una posizione di testa nella corsa europea in questo settore strategico della green economy. Merito anche dello straordinario impegno di tanti presidenti di Regione e di Provincia, sindaci, amministratori e, soprattutto, cittadini che si sono impegnati direttamente in questa battaglia per la democrazia energetica, per riportare le redini dell'energia in Italia.

Occorre, dunque, uscire rapidamente da questa situazione di grave crisi che rischia di vanificare il grande sforzo compiuto gettando un'ombra sul futuro energetico. E si può farlo avviando una seria programmazione energetica e sospendendo per un anno l'entrata in vigore di tutti gli effetti limitativi della promozione delle fonti rinnovabili contenuti nel decreto n.28 del 3 marzo 2011 pubblicato il 28 Marzo 2011 sulla Gazzetta Ufficiale (con particolare riferimento al comma 10 dell'articolo 25) con ripristino provvisorio delle regole previgenti per:

1. evitare l'emanazione di una regolamentazione decisa sulla base di informazioni di parte e incomplete, alimentate da una campagna di disinformazione che ha ignorato gli obiettivi essenziali svolti dalle fonti rinnovabili: il rispetto degli impegni assunti dall'Italia in sede comunitaria al 2020; la tutela della salute dei cittadini messa a rischio dagli inquinanti prodotti dai combustibili fossili; la difesa della stabilità climatica minacciata dalla crescita dei gas serra.

2. difendere il principio della certezza del diritto su cui si basa la nostra democrazia e che è stato messo in discussione dalla cancellazione retroattiva delle garanzie governative in base alle quali cittadini e imprenditori hanno assunto impegni con il sistema creditizio.

Per firmare online:

http://www.sosrinnovabili.it/appello.htm

venerdì 1 aprile 2011

Togo: 9 Mar 2011 Ouverture du sommet de l ' energie

Au moment où l’ensemble de la sous-région ouest africaine est confrontée à une crise énergétique marquée notamment par un déficit chronique de la distribution d’électricité, un sommet sur l’énergie en Afrique se tient à Lomé du 09 au 10 mars 2011, à l’initiative de l’Association pour le Développement de L’Energie en Afrique (ADEA).

Le ministre des mines et de l’énergie, Damipi Noupokou a donné aujourd’hui mercredi le coup d’envoi de ce sommet continental, organisé pour la première fois au Togo. Plusieurs spécialistes européens, américains et africains du domaine énergétique participent aux débats qui portent sur les aspects de l’énergie en Afrique de l’Ouest. L’intérêt pour la production pétrolière, évident dans les pays producteurs depuis plusieurs dizaines d’années, s’étend désormais à de nombreux pays riverains du Golfe de Guinée (Ghana, Sierra Leone, Côte d’ivoire…) et aux pays du sahel.
La problématique des énergies renouvelables, l’électrification rurale et le projet du gazoduc ouest africain sont aussi au menu de ce sommet.

Ce sommet s’achèvera demain et les participants évoqueront les questions relatives à la production et à la distribution de l’électricité.