mercoledì 12 gennaio 2011

Il petrolio Brent sale a 98,19 $/b

Sui tempi di ripristino della Trans Alaska Pipeline, che da sabato interrompe il flusso di 600mila barili di greggio al giorno, non c'è ancora nessuna previsione ufficiale, anche se fonti riservate continuano a mostrare ottimismo su un veloce ritorno alla normalità. Ma nel frattempo un altro incidente, ancora non del tutto chiaro, ha spinto Chevron a chiudere la piattaforma di Eugene Island nel Golfo del Messico: lunedì, secondo quanto è emerso da una segnalazione della compagnia al National Response Center, si è sviluppato un incendio durante un'operazione di "flaring". L'ennesima disputa ha intanto spinto la Russia a interrompere dal 1° gennaio le forniture di greggio alla Bielorussia. Infine, nel Nordest degli Stati Uniti, l'area che registra i maggiori consumi di gasolio da riscaldamento, le previsioni meteo annunciavano l'arrivo imminente di nuove, forti nevicate.
Di fronte a un quadro del genere – e con quasi tutte le materie prime in rialzo – non stupisce che anche il petrolio abbia continuato ad apprezzarsi, conquistando nel caso del Brent un nuovo record biennale a 97,61 $/barile (+2%). A sorprendere tuttavia è soprattutto la rapida accentuazione di un fenomeno emerso già da qualche settimana sui mercati petroliferi: il differenziale di prezzo tra il greggio di riferimento europeo e l'americano Wti si è ampliato al punto da superare 7 $ durante la seduta di ieri, il massimo da febbraio 2009.
L'incidente in Alaska, che ha tolto dal mercato un greggio più simile al Brent che al Wti, costituisce solo una parte della spiegazione. Gli analisti attirano l'attenzione anche sull'«ingorgo» che si è nuovamente formato a Cushing – gli stoccaggi al punto di consegna del Wti sono tornati a sfiorare il record storico – e sulle manutenzioni nel Mare del Nord, che stanno viceversa assottigliando le già risicate forniture di petrolio consegnabile all'Ice a fronte dei futures sul Brent. Ma a distorcere le condizioni del mercato starebbe contribuendo anche il crescente interesse degli investitori per il riferimento europeo: alcuni indici di commodities, nelle operazioni di ribilanciamento del paniere attuate proprio in questi giorni, lo stanno in parte sostituendo al Wti.

Fonte www.ilsole24ore.com

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