mercoledì 30 marzo 2011

Fotovoltaico, la Fiom sul decreto rinnovabili

Decreto sulle fonti rinnovabili
Comunicato Fiom
28 / 3 / 2011

In tutto il Paese si stanno moltiplicando le iniziative a sostegno della richiesta di modificare radicalmente il Decreto che ha bloccato gli incentivi tariffari, oggi in essere, necessari per lo sviluppodelle energie rinnovabili.Tali norme prevedono che solo gli impianti fotovoltaici allacciati alla rete entro il 31 maggio potrannobeneficiare delle tariffe agevolate, nell’attesa che entro il 30 aprile venga approvato un nuovo decretocon le nuove tariffe.

Tutto questo ha generato un’ incertezza tale che di fatto sta bloccando l’interocomparto, si registrano in questi giorni annullamenti di ordini e comunicazioni dagli istituti bancari dimessa in discussione dei finanziamenti e richieste di cassa integrazione o di riduzione del personale,per i dipendenti dell’intera filiera.Una scelta, sbagliata ed insensata, che rischia di bloccare un intero settore, tra i pochi oggi in crescita,che dà lavoro a circa 150.000 persone in Italia, tra lavoratori diretti ed indiretti.Un settore essenziale per contribuire all’approvvigionamento energetico complessivo per ridurre ladipendenza del nostro paese dai combustibili fossili. In una situazione ancor più critica dove, ancheper effetto delle catastrofi mondiali di questi giorni (Giappone e Nord Africa) i programmi energeticibasati su fonti fossili e nucleari hanno mostrato tutta la loro fragilità per costi, tempi e pericolosità.

Per questo è necessario un nuovo modello energetico e di sviluppo, occorre ripensare un pianoenergetico nazionale complessivo (quindi non solo per i consumi elettrici) che metta al centro l’usorazionale e appropriato di tutte le risorse, a partire da quelle energetiche, privilegiando le fonti pulitee rinnovabili.Questo significa intervenire in ogni settore (della produzione, della distribuzione, dei consumi...) per la massima efficienza energetica, significa innovazione nei cicli produttivi, significa intervenire sullepolitiche industriali, sulla progettazione del ciclo di vita dei prodotti (progettazione, produzione,distribuzione, uso e poi smaltimento e riciclo), significa intervenire sugli impatti ambientali, sulleemissioni, sull’organizzazione della mobilità e della logistica. In sostanza significa cambiare ilparadigma dello sviluppo in tutti gli ambiti, nella organizzazione della produzione, dei consumi, dellavita sociale. Anche di questo siamo interessati, come Organizzazioni Sindacali, a confrontarci con ilGoverno e con le nostre controparti imprenditoriali. Più in specifico, per tornare al Decreto in questione, dopo aver sentito le posizioni di tutte le parti in causa, il Governo, per iniziativa dei Ministri Romani e Prestigiacomo, si è riservato di riformulare unaproposta già a partire da questa settimana.

Riprecisiamo quindi le nostre proposte, che convergono in larga misura anche con quelle di altre associazioni sociali, ambientali e imprenditoriali, mentre non condividiamo la posizione espressa ufficialmente da Confindustria, che sostanzialmente acconsente al ridimensionamento drastico degli incintevi proposto dal decreto. Riteniamo questa posizione miope, non solo per lo sviluppo delle filiere industriali legate alle fonti rinnovabili, ma anche perché non coglie le opportunità di innovazione che potrebbero venire al complesso del sistema produttivo di questo paese.

Per quanto ci riguarda, non è in discussione la necessità di colpire nel modo più fermo speculazioni eabusi che si sono verificati nella gestione attuale e di procedere ad una graduale e progressivariduzione degli incentivi per le fonti rinnovabili, ma questa deve essere fatta con la gradualità e latempistica necessaria per dare certezze alla programmazione delle scelte produttive e degliinvestimenti nel settore.

A questo proposito ricordiamo che una misura di drastica riduzione degli incentivi è stata fatta nel2009 in Spagna, con l’effetto di ridimensionare l’intera filiera della produzione del fotovoltaico in quelpaese.Per questo devono essere riconfermati i termini già stabiliti nel decreto del Ministero dello SviluppoEconomico il 6 agosto 2010, della fine 2013, cancellando qualsiasi tipo di retroattività nella riduzionedegli incentivi.

Successivamente va calibrata la rimodulazione degli incentivi, anche in relazione allo sviluppo dellamaggiore efficienza e riduzione dei costi degli impianti. Per esempio mutuando il modello tedesco, che adotta un sistema flessibile basato su un "corridoio" disviluppo prestabilito, con un meccanismo di adeguamento automatico della “degressione” delletariffe in funzione del volume di mercato. Se il mercato si sviluppa più del previsto, la riduzione dellatariffa diventa più forte ancora.

Se invece il mercato rimane al di sotto del volume programmato, allora la tariffa viene ridotta meno.In ogni caso, i riferimenti di sviluppo prestabiliti per le potenze incentivabili vanno differenziati pertipologia di impianti a seconda della dimensione, della collocazione (a terra o sui tetti) in modo daprivilegiare gli impianti di taglia medio piccola e integrati nel tessuto urbano e industriale. Contemporaneamente, già nel decreto, il Governo dovrebbe mettere in atto azioni per promuovereun maggiore sviluppo e qualificazione della filiera industriale italiana del settore delle rinnovabili, cheavrebbe l’effetto duplice di aumentare una base produttiva e occupazionale italiana e contribuire aduna riduzione dei costi finali per gli impianti da Fonti Rinnovabili, che giustificherebbe una ulterioreriduzione degli incentivi. Infine, per uno sviluppo stabile del fotovoltaico e dell’eolico, sono assolutamente necessari interventie investimenti (in questo caso in capo a Terna) per integrare questi impianti nelle reti di trasmissionee distribuzione.

Tale integrazione, in particolare nelle regioni del sud con grande potenzialità diproduzione e reti spesso inadeguate e sovraccariche, potrà avvenire con la trasformazione delle retiesistenti in “sistemi intelligenti” (le cosiddette “smart grid”), in grado di accogliere l’energia nonprogrammabile e conciliare i sistemi tradizionali di generazione centralizzati con quelli distribuiti, tipicidelle fonti rinnovabili.

FIOM NAZIONALE
Roma, 28 marzo 2011

Fonte www.globalproject.info

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