Temo un intervento militare USA che rischia di coinvolgere anche la Nato perche' la produzione petrolifera futura e' in questo momento molto incerta, indipendentemente dalla crisi libica e dalle rivolte arabe. Io ho scoperto il picco petrolifero nel 2004, mentre l' invasione dell' Iraq e' del 2003. Se nei primi anni 2000 alcune informazioni fossero state piu' conosciute, il movimento contro la guerra sarebbe stato molto piu' forte. Ora alcuni segnali di prossima crisi petrolifera ci sono, non ignoriamoli. Eccone alcuni.
- Il rapporto Iea 2010 ha affermato che il picco produttivo del petrolio convenzionale e' gia' stato passato. Gli incrementi futuri di consumi potranno essere permessi solo dall' aumento della produzione di petrolio non convenzionale, piu' costoso, piu' inquinante, di peggiore qualita'. Questa affermazione ha sorpreso un po' anche chi segue le vicende energetiche (e forse non l'ha del tutto convinto), il resto del mondo l' ha ignorata.
- La media dei consumi mondiali nel 2010 ha superato il record del 2007
- Il Brent (mercato europeo) ha da piu' di un mese una quotazione di oltre 10$/b superiore al WTI, un prezzo anomalo comunque inedito. Forse perche' nel mercato europeo si tratta le vendite alla Cina (che continuano ad aumentare) ma qualcuno dice anche che i giacimenti del Mare del Nord hanno gia' iniziato il declino della loro produzione e questo prezzo potrebbe esserne una conseguenza.
- Il prezzo del greggio era alto anche prima della crisi libica. Oltre 100$/b il Brent, 90 $/b il Wti. Nel 2008 il prezzo supero' i 100$/b nell' aprile, tre mesi prima del picco del prezzo (148$/b), 5 mesi prima dell' esplodere della crisi finanziaria (settembre 2008).
Per tutto questo, temo che un' eventuale intervento militare in Libia potrebbe essere piu' rischioso per la pace mondiale delle guerre del primo decennio degli anni 2000, e , forse per un mio eccesso di prevenzione, vedo PD e Confindustria tirare la volata alla partecipazione italiana, visto anche che Lega e Berlusconi pensano soprattutto ai loro affari.
INTERVENTO SU FACEBOOK DELL'EX LEADER DEi DEMOCRATICI
Veltroni: in piazza per i patrioti libici
La sfida al Pd: «Troppi silenzi, non cediamo
agli egoismi». E continua: «Se non ora, quando?»
MILANO - Walter Veltroni è tornato a intervenire sulla drammatica situazione in Libia con un post su Facebook: «Perché nessuno scende in piazza al fianco dei patrioti libici?», scrive. «Perché era così facile mobilitare giustamente milioni di persone contro Bush e gli americani per la guerra in Iraq e nessuno prova a riempire le piazze contro il dittatore Gheddafi? Oltre ad un piccolo sit in del Pd a Roma e ad uno delle associazioni, solo silenzio. Anche le coscienze di tutti noi sono rifluite dal mondo "al nostro giardino"?».
MOBILITAZIONE - «Cedere all'egoismo e lasciare soli coloro che si battono, forse in modo confuso e contraddittorio, per la libertà non è da noi - continua Veltroni -. Perché i partiti democratici , i sindacati, le associazioni di massa non promuovono una grande manifestazione e una campagna di solidarietà? Il destino di quella parte del mondo, lo ripeto, dipenderà anche dal grado di vicinanza che sapremo garantire a chi si batte contro le dittature. Se non ora quando?»
http://www.corriere.it/politica/11_marzo_06/veltroni_pd_49d71354-47e4-11e0-9c0b-cba0d8eea70e.shtml
BINDI A MARONI, ALTRO CHE CALMATA, FERMIAMO MASSACRO - "Altro che darsi una calmata, serve una scossa di tutta la comunità internazionale per fermare il massacro di Gheddafi". Così il presidente del Pd, Rosy Bindi, replica al ministro dell'Interno, Roberto Maroni, che ieri sera aveva invitato gli Usa "a darsi una calmata" riguardo alla crisi libica. Rosy Bindi, a margine del seminario di formazione politica promosso dal Pd e dai Giovani democratici pisani, ha spiegato che "occorre esperire tutte le strade precedenti all'opzione militare che ci sono e che in altre situazioni sono state utilizzate". "Quello che però è assolutamente necessario - ha concluso - è fermare il massacro portato avanti da Gheddafi".
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