L' anomalia del Brent molto piu' caro del WTI e' iniziata a gennaio 2011, ben prima della crisi libica. Il Brent e' fisicamente il 3% del greggio totale ma con la quotazione del Brent si fanno circa il 50% dei contratti petroliferi. Questa anomalia e' il sintomo di gravi squilibri non del tutto spiegati.
Ricordo solo che nel Rapporto 2010 dell' Iea (Agenzia energetica dei paesi OCSE), uscito a inizio novembre 2010, era scritto che il picco produttivo del petrolio convenzionale era gia' stato raggiunto e che nel 2010 il consumo medio giornaliero di greggio ha superato il rekord del 2007, tornando quindi ai livelli massimi dopo lo scoppio della crisi economica nel settembre 2008.
Brent mai così caro rispetto al Wti: +22 $
14 giugno 2011
La scarsità di petrolio di qualità light, che già affligge il mercato europeo, si aggrava ogni giorno di più, provocando crescenti distorsioni nella struttura dei prezzi: il differenziale tra il Brent e il Wti si è ampliato ieri fino a sfiorare 22 dollari al barile, un record storico. Il pessimismo che aleggia sui mercati finanziari, aggravato dal declassamento del rating della Grecia al livello più basso in assoluto, non ha risparmiato il riferimento americano, sceso a 97,30 dollari al barile (-2%). Ma il Brent ha resistito alle pressioni, attestandosi a 119,10 $/bbl (+0,3%).
Alle difficoltà create dalla sospensione dell'export libico, costituito in prevalenza da light sweet crude, si è aggiunto ieri lo stato di forza maggiore dichiarato da Royal Dutch Shell fino a tutto luglio per le forniture di petrolio Bonny Light dalla Nigeria, a causa dei ripetuti sabotaggi alla pipeline Trans Niger. I greggi nigeriani, molto adatti come i libici alla trasformazione in benzine, non hanno ancora abbandonato la rotta preferenziale degli Usa per dirigersi in Europa: circostanza per certi versi sorprendente, dato che oltre Oceano il greggio "leggero" abbonda, come dimostra il prezzo molto conveniente ormai raggiunto dal Light Louisiana Sweet, arrivato insolitamente a costare meno del Brent. Il Vecchio continente perde in ogni caso un'altra possibile alternativa alle forniture libiche, in un momento in cui anche la produzione del Mare del Nord sta soffrendo: almeno 5 carichi di Forties su 24 in programma per giugno sono stati cancellati a causa di problemi nel giacimento Buzzard. E a poco serve l'aumento di produzione promesso dai sauditi, costituito da greggio di tutt'altra qualità.
Nonostante il dibattito si sia concentrato negli ultimi tempi soprattutto sull'inadeguatezza del Wti come benchmark di prezzo per il petrolio, anche il Brent a giudizio di molti analisti non appare comunque uno specchio fedele delle condizioni del mercato petrolifero: il suo prezzo elevato appare guidato da problemi tutti europei e richia di offuscare ulteriormente gli scenari già incerti che guideranno nei prossimi mesi le quotazioni del barile.
Fonte www.sole24ore.com
martedì 14 giugno 2011
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